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Il nuovo corso di AltaRomapromosso da stampa e buyer

Chiude in positivo il bilancio del triennio firmato Fendi

Andrea Tempestini
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Come per ogni progetto che giunge al termine è tempo di bilanci per AltaRoma, che, con la chiusura della 23ª edizione della kermesse dedicata all'alta moda saluta il Cda presieduto da Silvia Venturini Fendi. Scaduto il mandato- che per la verità si è concluso a marzo ed è stato prorogato per non danneggiare l'esito della manifestazione- infatti il consiglio sarà rinnovato a breve, e se ancora non è possibile fare una previsione realistica, in molti sperano nel rinnovo del mandato della Fendi. L'ultimo triennio ha infatti segnato una svolta significativa per la manifestazione, che, data per spacciata solo qualche edizione fa, è invece risorta dalle ceneri ritagliandosi un'identità unica. Sono bastate poche stagioni per trasformare Altaroma da brutta copia della fashion Week parigina, regina dell'haute couture internazionale, a crocevia di arti e di talento grazie all'intuito del vertice della società che ha dato spazio ai giovani, ma solo a quelli promettenti, ritagliando su di loro la veste nuova di Altaroma con il sostegno costante dei maestri dell'alta moda come Sarli, Raffaella Curiel e Balestra. ARRIVANO I BUYER Ne è un esempio il concorso, oggi di fama internazionale, 'Who's in next' ideato insieme a Vogue Italia per promuovere i giovani creativi. Da qui sono usciti in passato Angelos Bratis e Fabio Quaranta, in calendario in questa edizione, ma anche Stella Jean e Albino,  e anche grazie alla costante generazione di fenomeni del concorso sono arrivati, finalmente, buyer internazionali che fino a poco tempo fa snobbavano la Capitale. Da Roma la scorsa settimana sono passati nomi come Marigay McKee, di Harrods o Tiziana Cardini de La Rinascente, insieme ai responsabili delle boutique Biffi e ai buyer di Sugar, ripartiti entusiasti e con molti spunti. “La moda a Roma é molto interessante, ha un taglio diverso dalla fashion week milanese, c'è molta più attenzione al nuovo ed emergente mentre invece dove già c'è l'affermato l'emergente spesso non trova lo spazio. Dal punto di vista commerciale questi sono degli incubatori importantissimi” ha commentato soddisfatto Mario dell'Oglio degli store palermitani Dell'Oglio.  L'arrivo dei buyer ha scatenato un'importante reazione a catena, riportando su Roma l'attenzione dei media anche internazionali presenti non solo nei front row delle sfilate più seguite ma anche agli eventi organizzati durante la kermesse, da A.I. Fair & Gallery a Limited/Unlimited.  I DIVI DELLA MODA Forse è anche per questo che un divo della moda come Jean Paul Gaultier si è più volte detto onorato di essere stato invitato a sfilare nella città eterna. Come ha fatto la Fendi a convincere Gaultier ed altri geni del fashion world, da Testino a Karl Lagerfeld a partecipare alla manifestazione nel corso del suo mandato? Probabilmente grazie ai contenuti particolari della kermesse, intrisi di arte e di grandi valori etici - basti pensare al contributo di Carmina Campus, di Cangiari, dell'ITC con il progetto 'Bring Africa to Rome' che negli scorsi giorni hanno tenuto banco nella Capitale- e all'importante scrematura del tavolo tecnico che ha (quasi) ripulito del tutto il calendario, puntando sulla qualità rispetto alla quantità del passato, e all'abilità del cda nel destreggiarsi tra fondi scarseggianti e crediti da riscuotere anche da parte di enti pubblici, senza mai incidere sull'immagine glamour dei sui eventi.  Sono questi gli ingredienti che hanno consacrato AltaRoma come melting pot di culture diverse, capacità artigianali e valori morali, conditi della scintillante patina propria di una fashion week che si rispetti.  Cosa succederà ora alla kermesse? Dipende dal nuovo cda che si insidierà a breve, nella speranza che voglia dare continuità al lavoro svolto finora per restituire a Roma il ruolo di capitale della moda.  di Donatella Perrone

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