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Sarkozy non ride più battuto da Carlà e dall'arroganza

Lucia Esposito
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"No è stata una scelta democratica e repubblcana. Francois Holland è il presidente della Francia e deve essere rispettato. Gli ho parlato al telefono, gli augurato buona fortuna. Mi auguro che la Francia riesca a superare le prove che l'attendono. C'è qualcosa più grande di noi, è il nostro paese, la nostra Patria la Francia: Esco da questa prova con un amore per la Francia ancora più forte". Sono le otto di sera di una domenica nera per Nicolas Sarkozy, primo presidente francese che non è stato confermato (Jospin non si ripresentò). E' già ex presidente, le urne decretano la sua sconfitta ma lui cerca di placare gli animi dei suoi sostnitori che fischiano ad Hollande. Pensa al futuro Sarkozy e lascia la guida dell'Ump, il suo partito: «Ero il capo ed è il numero uno che deve assumersi la responsabilità. Porto tutta la responsabilità di questa disfatta. Devo trarne tutte le conseguenze. Voi potrete continuare a contare su di me, condivido le vostre idee, le vostre convinzioni, i vostri ideali. Ma dopo 35 anni di politica, dieci alle massime responsabilità e cinque alla testa dello Stato, il mio impegno sarà diverso. Sarò un francese in mezzo ai francesi. E voglio dirvi che mai vi potrò ridare quel che mi avete dato voi». Dove ha sbagliato Sarkozy? I suoi critici lo bocciano in toto. Gli addebitano lo strettissimo legame con la Germania della Merkel. Ha deluso il ceto medio e i grandi gruppi finanziari, ha aumentato le tasse e, soprattutto, ha fatto infuriare la sua arroganza, le sue manie di grandeur, le spese alte (con la moglie Carla Bruni), lo scandalo delle raccomandazioni al figlio. Uno stile sempre sopra le righe (fino alla gaffe in campagna elettorale in cui, prima di stringere le mani agli elttori, decise di togliersi il costosissimo orologio Phillpe Patek regalo di nozze di Carla). E i sostenitori di Hollande hanno salutato la belle italienne sulle note di 'Bella ciao'. 

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