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Tv via cavo, palestre e calcioGuantanamo sembra un hotel

Obama voleva chiuderlo e invece lo ha trasformato in un "villaggio vacanza" per terroristi al costo di 140 milioni di dollari l'anno

Lucia Esposito
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Era il terribile carcere di massima sicurezza dove venivano rinchiusi i pericolosi terroristi di Al Qaeda catturati in tutto il mondo. Fra loro gli uomini che hanno organizzato l'attentato alle Torri Gemelle, tuttora sotto processo. Il presidente Barack Obama, appena arrivato alla Casa Bianca, aveva annunciato la chiusura di quel luogo che rappresentava il triste passato dell'amministrazione di George W Bush. E invece, non solo non lo ha chiuso, ma ha portato avanti un massiccio piano di ristrutturazione, offrendo ai detenuti comfort che molti carcerati si sognano.  Al posto delle controverse gabbie ci sono spazi comuni dove si può guardare la tv via cavo. Per chi non vuole starsene di fronte al teleschermo, sono stati realizzati un nuovo campo da calcio (costo esorbitante di 750 mila dollari) e un ampio centro sportivo. Come se non bastasse, per i prigionieri che hanno orchestrato attentati e ucciso innocenti c'è un'ampia biblioteca, con una selezione di libri che va dai testi sacri ai bestseller, come Harry Potter, tradotti in varie lingue. Non mancano i dvd e i giornali arabi. Tenere in piedi tutto questo sta avendo costi esorbitanti. Secondo la televisione Nbc, che ha realizzato un servizio sul rinnovato carcere sull'isola di Cuba, ogni anno i contribuenti devono sborsare ben 140 milioni di dollari per mantenere i 169 detenuti, facendo di Guantanamo la prigione più costosa degli Stati Uniti. Si tratta, all'incirca, di 800 mila dollari per ogni terrorista. Per molti di loro il penitenziario all'interno della base americana di Gitmo è diventato una vera e propria casa.  Alcuni sono lì sin da quando è stato aperto, nel 2002, per ospitare i cosiddetti “combattenti irregolari”. Oggi trascorrono il tempo pregando - possano farlo cinque volte al giorno -, e frequentando i vari corsi che sono stati introdotti dopo l'arrivo di Obama alla Casa Bianca. C'è quello di pittura, con tanto di “opere” dei carcerati esposte in un'ala della prigione, come se si trattasse di artisti affermati. E quelli di scrittura del proprio curriculum vitae e di “finanza personale”, per gestire la propria vita una volta usciti dal campo. Anche se nessuno di loro sa quando questo sarà possibile. Così i lavori vanno avanti e già si progetta un nuovo ospedale al posto di quello di oggi, più grande e con nuove sale operatorie. Il vero problema è cosa farne di questi 169 detenuti. Qualcuno di loro, come successo a un algerino, chiede di rimanere nel carcere, preferendo tutti quei comfort alle torture nel proprio Paese. E anche i penitenziari negli Usa non li vogliono. A New York si sono opposti ad ospitare il processo ai cinque mandanti dell'attacco alle Torri Gemelle. Il sindaco Michael Bloomberg si è messo di traverso, dicendo che sarebbe costato 400 milioni solo per le spese della sicurezza. Ma soprattutto il Congresso si è opposto. I repubblicani sono perfino riusciti a inserire nell'ultima finanziaria una postilla che vieta al Pentagono di usare propri fondi per trasferire i detenuti di Guantanamo sul continente. E nell'aprile del 2011, lo stesso ministro della Giustizia, Eric Holder, ovviamente malvolentieri, ha dovuto accettare la sconfitta, rinviando il caso a una Corte Militare, quindi a Gitmo. di Alessandro Carlini

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