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Sindacati in piazzacontro la Fornero

Il corteo delle tre organizzazioni sindacali è partito questa mattina: slogan contro il ministro del Lavoro

Lucia Esposito
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E' partito alle 10 e 30 di questa mattina, sabato 16 giugno, da Piazza Esedra a Roma  la manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil che chiede al governo un sostanziale cambio di rotta nella politica economica. Meno tasse più occupazione dicono in sostanza ai leader Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti che sono alla testa del corteo. Moltissimi i cori contro il ministro Elsa Fornero. Questa è soprattutto una manifestazione sul nodo degli esodati Il corteo parte e uno speaker annuncia: "Siamo oltre centomila".  «Vogliamo una svolta, vogliamo la crescita che non si fa con un aumento di tasse né con una riduzione di stipendi e pensioni. Vogliamo una terapia contraria a quello che il governo sta mettendo in pratica», dice ancora Bonanni. E anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, punta il dito contro la politica del governo, soprattutto sulla platea degli esodati. «Siamo in piazza per difendere quelli che stanno perdendo il lavoro o rischiano di perderlo a causa di un governo che ha creato persone che non sanno più se hanno un lavoro o una pensione. Il leader della Uil dal palco di piazza del Popolo ha poi detto: "Noi non ci rassegniamoquesta non è l'ultima manifestazione ma è solo l'inizio. Nelle prossime settimane ci saranno altre iniziative". Dello stesso tono le parole di Bonanni: i Governo non ha voluto fare la concertazione con le parti sociali "perchè aveva l'idea di fregare la gente", ha detto il numero uno di Cisl. Senza concertazione, ha aggiunto Bonanni ricordando la riforma delle pensioni e la vicenda degli esodati, "i poteri forti e le lobby hanno la meglio. Faremo resistenza a questo modo di procedere".  La Camusso sul dl svluppo Sfilando al corteo, la Camusso ha ribatido il giudizio negatizo del sindacato sul decreto sviluppo. "Non c'è la svolta che sarebbe necessaria al Paese. Il rischio è che dopo tanti annunci i vantaggi siano pochi e   non si coglie un cambio effettivo di segno". Il leader della Cgil ha  ha invocato "subito un'altra politica economica perchè "non sono le riforme strutturali che cambiano la condizione economica del Paese. Le riforme fatte finora - ha aggiunto - non hanno cambiato per nulla la condizione delle persone ma l'hanno solo peggiorata".  "La sensazione", ha concluso la sindacalista,  "è che l'Europa stia diventando un alibi per non dare risposte ai lavoratori". 

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