Metrosexual

La preghiera: salvateci dall'uomo che nessuna donna vorrebbe accanto

Andrea Tempestini

  Sì, certo, avere un soggetto metrosexual in casa (traduciamo al momento con: uomo effeminato) ha i suoi indiscutibili vantaggi. Se non trovi la pinzetta per le sopracciglia lui ce l’ha. Se hai finito la crema contorno occhi sai a chi rivolgerti. Conosce la differenza tra un plateau e una zeppa, può darti utili consigli di estetica e ama fare shopping a differenza del maschio medio. Gli aspetti gradevoli della categoria si esauriscono più o meno qui. Per il resto, il metrosessuale è un tipo umano abbastanza infrequentabile. Bisogna innanzitutto definirlo: Mark Simpson, nel 1994 sull’Indipendent inventa questo termine, mix tra eterosessuale e metro, che indica quegli uomini, principalmente metropolitani, molto curati nell’aspetto, nel look, e amanti dello shopping, con attitudini dunque femminili ma NON gay. La parola era quasi preistorica fino all’uscita di Alessandro Cecchi Paone, giorni fa, che da esperto qual è ha individuato in Giovinco, Montolivo e Abate «i tre metrosessuali della Nazionale Italiana». «Incremarsi, depilarsi, farsi belli non è un reato», ha aggiunto Paone, «reato, nei paesi civili, è l’omofobia». Con quelle gambe perennemente depilate (motivazione ufficiale: i massaggi) il 90% dei calciatori è metrosexual. Solo Ringhio Gattuso resta come baluardo di virilità. Un nome su tutti: David Beckham, il primo calciatore modello di intimo, curatissimo, tatuato, mesciato, con catene, anelli e più bracciali di Marta Marzotto. Se si sfoglia l’ultimo numero diNovella 2000 vediamo l’allenatore della Juventus Antonio Conte (già titolare di una chioma di capelli non naturale) al mare con la famiglia con petto, cosce e stinchi più lisci di un bambino di sei mesi; stesso discorso per Kevin Prince Boateng, milanista, al mare con la fidanzata Melissa Satta alla quale probabilmente ha rubato il Silk-épil prima di andare in spiaggia.  L’ultimo calciatore peloso risale probabilmente agli anni Trenta. Un interista, Mauro Zarate, fidanzato con una modella, l’ha ammesso: «Sono metrosessuale, uso una crema, ho molti profumi e  tatuaggi, sto attento al cibo, mi depilo tutto il corpo e faccio anche la ceretta: le prime volte mi provocava dolore, ora va meglio».  I narcisi, gli Zoolander di Ben Stiller, non si esauriscono nel mondo del calcio, dei tronisti e dei concorrenti del  Grande Fratello. Anni fa li vedevamo solo in qualche film degli anni Ottanta, epoca in cui lo yuppismo e la cura del corpo erano l’imperativo, quando Micheal Douglas si passava il pettinino tra i capelli ingellati in Wall Street o Christian Bale raccontava il rito mattutino di Patrick Bateman di  American Psycho: doccia, crema esfoliante, crema nutriente, maschera ghiacciata per le borse sotto gli occhi, flessioni, ancora doccia, lavoro. Era un bel vedere. Fuori dalla magia del cinema, il metrosexual della porta accanto, il collega, l’amico, l’avvocato, ha spesso qualcosa di ridicolo, o di incomprensibile per alcune donne e dagli uomini tradizionali.  Questi amici ci spiegano che si depilano le ascelle per «motivi igienici» ma non si capisce quali siano (il pelo protegge, si sa) o perché così lo stick del deodorante scivola meglio sulla pelle (!!!). Si disegnano – orrore – il contorno delle sopracciglia, a volte in casa, fai-da-te, altre dall’estetista, e nei casi peggiori qualcuno non ha potuto evitare il clamoroso effetto Den Arrow. In piscina o in spiaggia ci sono venti-trentenni con il costumino aderente, talvolta infilato tra le natiche come la Parietti negli anni gloriosi, per «evitare l’antiestetico  segno del costume», ci spiegano. Fanno le maschere idratanti-rassodanti-tonificanti o gli impacchi drenanti. Sono salutisti, igienisti, eppure continuano a farsi le lampade Uva nonostante  il colore «pollo strinato», in faccia, sia ridicolo. Alcuni usano  lo smalto che fortifica le unghie, color neutro. A certe donne, va detto, il metrosexual piace: la bellissima Laura Chiatti è stata fidanzata con l’ex tronista Francesco Arca; Belen ha amoreggiato per quattro anni con Fabrizio Corona, che oltre ai tatuaggi, la palestra, la depilazione integrale pare che frequenti con assiduità il chirurgo plastico, e glissiamo sui pettegolezzi su Lele Mora. Corona, dopo il tramonto dell’ex Troppo Bello Costantino Vitagliano, è  il più metrosessuale d’Italia. Non è un segreto che l’uomo usi il botox. Nei menù del chirurgo, per l’uomo, nella lista degli interventi con acido ialuronico si va dal volume e contorno delle labbra al rimodellamento del contorno del viso fino  alle rughe perioculari («zampe di gallina»). E poi addominoplastica, blefaroplastica,  aumento del volume dei polpacci e non andiamo oltre.  Tutto sommato, le vasche di shopping  le facciamo anche da sole, e se finisce la crema contorno occhi per una sera ne facciamo a meno. Noi. di Alessandra Menzani