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Il primo sciopero dei nudisti"Spiagge troppo care"

Protestano contro le multe troppo salate sulla storia spiaggia della Bassona (Ravenna)

Lucia Esposito
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  Lo sciopero dei nudisti, non s'era mai visto. Eppure è accaduto: tutti in piazza a protestare per non doversi «rivestire» in spiaggia. Ieri mattina, in Piazza del Popolo a Ravenna sotto al palazzo comunale e alla prefettura, l'insolita manifestazione, organizzata dall'Aner, l'associazione regionale dei naturisti,  ha protestato per difendere la storica spiaggia della Bassona, a sud di Lido di Dante, dopo che da fine marzo scorso il Corpo Forestale ha ricominciato a multare i bagnanti senza veli  per «atti contrari alla pubblica decenza».  «È stato un presidio di protesta contro la repressione ad opera della Forestale e contro il disinteresse delle istituzioni locali», ha spiegato il presidente Aner, l'avvocato penalista bolognese Jean Pascal Marcacci, «Domani (oggi n.d.r.) replicheremo alla Bassona. In questo secondo caso si tratterà di una catena umana di naturisti, naturalmente nudi. Ci terremo per mano per rivendicare la libera fruibilità della nostra storica spiaggia naturista». Una storia, quella della Bassona, che va precisata nei particolari, per comprendere meglio l'attuale regime di contravvenzione che si è inasprito nonostante la spiaggia venga attualmente frequentata da naturisti e nudisti. Perché Bassona significa anche un giro d'affari di decine di milioni di euro a stagione, per 15 mila turisti del naturismo provenienti da tutta Italia, Germania, Olanda e Francia. Ma anche l'esigenza di far rispettare una legge regionale, di cui è incaricato Giovanni Nobili, comandante del Corpo Forestale di Punta Marina.  

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