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Silvio sgambetta la ex: trappolone sull'eredità?

L'accusa del Pd: due emendamenti del Pdl alla Camera vogliono cambiare le norme sul patto di famiglia. Il sospetto: Berlusconi vuole favorire Marina e Piersilvio, in ballo ci sono 5 miliardi di euro

Giulio Bucchi
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Due emendamenti del Pdl alla Camera per "blindare" l'eredità di Silvio Berlusconi e danneggiare l'ex moglie Veronica Lario. L'accusa arriva (di nuovo, era già stata mossa nel 2011) dal Partito democratico, che punta il dito sui testi firmati dagli onorevoli Bruno Cesario e Elvira Savino. Gli emendamenti riscriverebbero il codice civile nelle norme su donazioni e patto di famiglia, istituto in vigore dal 2006 che consente a un imprenditore di trasferire le proprie aziende prima di morire ai discendenti pagando in denaro il controvalore agli altri eredi. Con le modifiche proposte da Cesario e Savino, non ci sarà più l'obbligo di sottoscrivere il patto con coniuge e tutti gli altri eredi. Il patto, cioè, diventerà a discrezione di chi vuole far ereditare i propri beni. Perché queste norme sarebbero cucite su misura per le esigenze del Cavaliere? Perché Berlusconi, che sta trattando con la Lario la divisione del patrimonio assicurandole un lauto assegno di mantenimento (superiore ai 2 milioni) e la proprietà della villa di Macherio, vorrebbe riservare la parte più succulenta dell'eredità (che ammonta a circa 4,8 miliardi di euro) ai figli di primo letto Marina e Piersilvio, lasciando il resto a Barbara, Eleonora e Luigi. Per loro Veronica vorrebbe una divisione dell'eredità alla pari: in ballo, è bene non dimenticarlo, c'è un impero mediatico.

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