Benigni

Pure il Fatto lo critica: non è un comico, ma un divulgatore

Lucia Esposito

Perfino il Fatto Quotidiano, solitamente benevolo con Roberto Benigni, ammette che il comico non fa più ridere, che ha perso il guizz,. "Un comico che, ormai, convince assai di più come divulgatore", si legge sul giornale di Travaglio and C.  La serata in cui venerdì 20 luglio il comico è salito sul palco di piazza Santa Croce a Firenze il comico ha letto l'unidicesimo canto della Divina Commedia, viene descritta come qualcosa di soporifero, di consumato, di déja vu. "Nei primi venti minuti, come suo solito, Benigni si è sforzato - è il verbo più indicato - di elaborare battute sull'attualità. Non era satira, non era comicità. Bensì repertorio, mestiere. Stanco e quasi malinconico. Una sorta di appendice, indesiderata e posticcia, del già debolissimo intervento in tivù da Fiorello". Bersaglio Berlusconi  La maggior parte delle batture erano - ma che novità - su Berlusconi. E pure il pubblico non sembrava entusiasta della performance, che "riciclava" temi triti e ritriti. Ecco alcune frecciatine lanciate da Benigni contro l'ex premier: "Berlusconi è un po' come Dante. Entrambi ci hanno fatto vedere l'Inferno. Tutti e due hanno avuto fede: a Dante lo ha portato vicino alla Madonna, a Berlusconi vicino a Regina Coeli. Dante è stato perseguitato e per 20 anni è stato in esilio, Berlusconi è stato perseguitato e per 20 anni è stato in Parlamento. Dante potrebbe essere messo nella Bibbia, Berlusconi a Rebibbia"; "Grillo ha presentato come legge elettorale il doppio vaffanculo alla francese"; "Oggi mi ha chiamato Monti. L'ho riconosciuto subito, era una chiamata a carico del destinatario".  La critica Il Fatto paragona Benigni a un "Bob Dylan che esegue una versione canonica di 'Blowing In The Wind' perché tutti glielo chiedono. O un Ivano Fossati che canta La mia banda suona il rock perché lo esige la folla, e se il cantautore genovese non la ripropone da decenni un motivo ci sarà. Di Benigni piace anche l'affetto per il pubblico, ma se artisticamente è da un'altra parte - come hanno attestato La vita è bella prima e la svolta divulgativa poi - ha poco senso ostinarsi ad apparire, seppure part time, vagamente guitti".