SciliBossi

I "lealisti" del Senatùr pronti allo strappo: vanno dal Re dei peones. Nasce un nuovo mostro?

Andrea Tempestini

  La Lega Nord è un partito fluido. Dopo la cacciata di Umberto Bossi e l'ascesa di Roberto Maroni le voci su possibili strappi e scissioni continuano a inseguirsi. Tra le ultime, quella relativo al ricongiungimento tra il Senatùr e Rosi Mauro nel movimento dell'ex badante politica del fondatore del Carroccio. Ma oggi Repubblica rilancia con una voce sorprendente: un manipolo di "bossiani", di lealisti, sarebbe pronto alla scissione, sarebbe pronto ad abbandonare la Lega per confluire negli ex Responsabili, ossia in Popolo e Territorio, il gruppo di cui Domenico Scilipoti è segretario. Secondo Repubblica, un gruppetto di leghisti irriducibili, nel nome di Bossi, meditano vendette contro la nuova leadership maroniana. Le conferme - Se il capogruppo di Popolo e Territorio, Silvano Moffa, sembra non volerne sapere, arrivano però diverse conferme all'ipotesi. Per esempio quella del padano ligure, Giacomo Chiappori: "Ci stiamo trasformando in un partito come gli altri, solo che gli altri sono più bravi. Nella Lega io adesso sto a guardare e cerco di capire cosa farà la nuova dirigenza. Intanto invito Bossi in Liguria a Ferragosto (perché a Ponte di Legno, nel tradizionale raduno leghista di Ferragosto, per la prima volta dal 1989 Bossi non è stato invitato, ndr). La sirena degli ex Responsabili? Certo che da parte loro ci può essere qualche interesse a guardare a noi...".  Doppio danno al Carroccio - Secondo le indiscrezioni, tra i "lealisti" bossiani pronti allo strappo, oltre a Chiappori ci sarebbero Paola Gosis, Corrado Callegari, Marco Desiderati, Fabio Meroni, Marco Maggioni e Alberto Torrazzi. La trattativa sarebbe attivata. E ci sarebbero anche ragioni di "convenienza" per portarla a termine: abbandonando il Carroccio, i "lealisti" non dovrebbero pagare il "mensile" di 4mila euro che ogni eletto versa al partito (l'importo si dimezzerebbe, la spesa in Popolo e Territorio è di 2mila euro). Inoltre, chi non ha mai digerito la deposizione del Senatùr, si vendicherebbe doppiamente col Carroccio, che subirebbe il taglio dell'appannaggio parlamentare (proporzionale al numero degli aderenti). Pioggia di smentite - Puntuali, però, sono piovute le smentite al piano raccontato da Repubblica. Prima la Lussana: "E' palesemente falso oltre che ridicolo". Poi la Goisis: "on ho mai nemmeno pensato di abbandonare la Lega Nord, questo è il partito in cui sono nata politicamente ed in cui voglio restare". Quindi Maggioni: "Non farò mai parte di alcun altro movimento che non abbia l'indipendenza della Padania dello Statuto". Infine Galati: "Inaccettabile e ridicolo mettere in pasto all'opinione pubblica notizie prive di qualsiasi fondamento".