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I contatti, la cena, l'accordoCosì D'Alema scelse Monti

Il settimanale L'Espresso racconta l'incontro tra Baffino e l'ex Rettore per designarlo successore del cav

Lucia Esposito
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Monti fu scelto da D'Alema e compagni. Lo scrive l'Espresso in un articolo a firma del direttore Bruno Manfellotto che ricostruisce passo per passo quali sono state le mosse che hanno preparato la poltrona di Presidente del consiglio all'ex Rettore della Bocconi, il professor Mario Monti. "La storia comincia a Milano più o meno nell'autunno del 2010 a casa di un noto professionista. Approfittando della sua amicizia, D'Alema gli aveva chiesto di incontrare riservatamente Mario Monti, allora presidente dell'Università Bocconi ed editorialista del Corriere della Sera dalle cui colonne non risparmiava critiche al governo Berlusconi. Accusandolo per esempio di illusionismo", scrive il settimanale di Carlo De Benedetti. La ricostruzione prosegue con i dettagli della cena: "D'Alema spiegò al suo interlocutore che il governo Berlusconi si stava avviando alla fine, che la crisi finanziaria, il caso bunga-bunga e il discredito che ne era derivato nel mondo ne avrebbero accelerato la consunzione e che la rottura con Fini sarebbe stato il grimaldello per rompere un equilibrio ventennale. E quindi fine dell'era berlusconiana, nascita di un nuovo governo. Fu a questo punto che D'Alema pose la domanda che gli stava più a cuore: "Sarebbe disponibile ad assumere responsabilità politiche e di governo?".  La risposta dell'ex Rettore Secondo quanto ricostruisce L'Espresso la risposta fu immediata: "Certo che sì, ma a tre condizioni: che l'ingresso in politica non avvenga attraverso una campagna elettorale, che a chiamarlo all'eventuale incarico sia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che a sostenere il suo sforzo sia una maggioranza molto ampia, che vada al di là delle tradizionali coalizioni di centrodestra e centrosinistra". Il piano si realizzerà nel novembre del 2011 con le dimissioni di Berlusconi, Napolitano chiamò Monti che evitò la campagna elettorale "grazie all'accorda trovata - scrive ancora l'Espresso - della nomina a sentatore a vita.  Una settimana dopo l'incarico di formare il governo gli sarebbe stato offerto non su indicazione dei partiti ma su proposta del Capo dello Stato e a sostenerlo sarebbe accorsa una maggioranza ampia, "strana" centro, sinistra e destra". 

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