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Il masochismo di Rihannaferisce tutte le donne

La cantante picchiata e contenta: si tratta di stupidità pura, oppure di ricerca di pubblicità perversa

Nicoletta Orlandi Posti
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  Che si fa con una diva giovane, bella e miliardaria, divenuta simbolo della violenza domestica perché pestata a sangue da un fidanzato violento alla vigilia di un grande evento che la vedeva protagonista, se tre anni dopo confessa candidamente e pubblicamente che lui in fondo è buono, che la sua non era malvagità ma una richiesta di aiuto, che lei lo ama ancora, che chissà forse si rimettono insieme per futuri appassionati pestaggi? Due schiaffoni a Rihanna ci volevano tutti, qui la sindrome di Stoccolma, il masochismo femminile, la sindrome del «io ti salverò» non c'entrano, non è mica la povera tunisina pestata perché aveva sollevato il velo per la strada in Sicilia, non è mica la moglie massacrata dal marito ubriaco che non sa dove andare e come portarsi via i figli. Qui si tratta di stupidità pura, oppure di  ricerca di pubblicità perversa, del tipo «basta fare la parte della brava ragazza, ora sono un po' puttana un po' sado maso e ai fans piacerò ancora di più». Se la sua interlocutrice glieli avesse mollati due schiaffoni, a nome di tutte le femmine oppresse, massacrate, segregate e ammazzate nel mondo, quelle che non hanno gli strumenti per difendersi e reagire, quelle che nessuno le ascolta in tempo perché un marito è pur sempre un marito, la sua carriera avrebbe  avuto un nuovo picco di vivacità. Non è andata così. Leggi l'articolo completo di Maria Giovanna Maglie su Libero in edicola oggi 22 agosto 2012  

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