L'allarme degli esperti

Influenza, quest'anno sarà più cattivaIn arrivo due ceppi killer

Lucia Esposito

di Alvise Losi Ogni anno arriva, ogni anno se ne va. E lascia sulla sua strada un po’ di febbre, tosse, mal di testa, raffreddore e reumatismi. Siamo abituati a conviverci da sempre, ma quando si avvicina una nuova ondata di influenza la preoccupazione sale per poi capire che, in fondo, si tratta solo di qualche giorno di malattia. E anche quest’anno il virus potrebbe essere peggiore dei precedenti. Più persone colpite, più giorni a letto, più gravi i disturbi. Per poi accorgersi, a maggio, che l’estate è alle porte e l’influenza non è stata poi tanto grave. Andò così anche nell’anno della pandemia, quando si scatenò il caos planetario, ma l’influenza che avrebbe dovuto mietere milioni di vittime in tutto il mondo, in realtà fu molto più clemente del previsto. I vaccini allora preparati in tutta fretta giacciono ancora inutilizzati negli scatoloni. E lì resteranno, perché il virus muta di anno in anno e ogni volta è una rincorsa per trovare in tempo per la stagione invernale il nuovo farmaco. Ma questa volta è stato più difficile che nel 2010 e nel 2011. «Ci si aspetta una stagione influenzale meno mite e più complessa rispetto a quella dei due anni scorsi», ha commentato Pierluigi Clerici «e richiederà un'attenzione maggiore alla vaccinazione da parte delle categorie deboli». Il presidente dell’Amcli (Associazione microbiologi clinici italiani) ha spiegato che quest’anno i tipi di influenza pronti a colpire saranno tre. «Sulla base dei dati dell’Organizzazione mondiale della sanità», ha precisato l’Amcli in una nota, «nella prossima stagione influenzale circolerà ancora il ceppo virale pandemico del 2009 (il virus A/H1N1), ma anche altri due ceppi diversi da quelli che hanno circolato negli ultimi due anni (un ceppo B e un ceppo H3N2)». Il vaccino dovrà quindi estendere la protezione a due nuove forme di virus, oltre che proteggere dal ceppo delle ultime due stagioni, rimasto lo stesso dalla pandemia del 2009, quando, come riportato in uno studio pubblicato a giugno su The Lancet, uno dei più importanti giornali al mondo in ambito di malattie infettive, si segnò il picco di morti degli ultimi anni. Il virus H1N1 allora costò la vita a 575 mila persone in tutto il mondo, metà delle quali in Africa e nel sud-est asiatico e per l’80 per cento sotto i 65 anni. Nei due anni seguenti le morti si sono riassestate sui normali livelli delle influenze stagionali (circa 100 mila in meno). «Dopo l'anno della pandemia», ricorda Clerici «abbiamo avuto due stagioni influenzali relativamente più tranquille poiché hanno circolato gli stessi ceppi virali e, quindi, la composizione del vaccino è rimasta uguale». Quest’anno il lavoro è stato complicato dalla nascita dei due nuovi ceppi, che sono stati identificati, spiega l’Amcli, grazie alle ricerche di oltre 100 laboratori sparsi in tutto il mondo che, dopo aver raccolto i virus dai pazienti, li mandano ai cinque centri di riferimento (Atlanta, Londra, Melbourne, Tokyo e Pechino), dove vengono tipizzati. Il passo successivo è capire quali saranno i cappi da combattere nella stagione successiva e, di conseguenza, da inserire nel vaccino che dovrà essere utilizzato entro metà dicembre. Per il resto, i consigli restano sempre gli stessi: coprirsi bene, lavarsi le mani, non starnutire addosso ad altre persone e gettare i fazzoletti di carta usati. Ogni anno come il precedente.