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Monti usa Silvio a fini elettorali: "Il Cav l'ho raccomandato io al Ppe"

Il premier al bureau del Partito popolare europeo a Firenze: "Mi chiesero se Forza Italia poteva entrare nel gruppo e io dissi sì"

Giulio Bucchi
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Non sarà un politico, ma Mario Monti sembra già in campagna elettorale. A Fiesole, intervenuto al Bureau del Partito popolare europeo, il Professore prima sbandiera apertamente la sua "affinità culturale" al partito di centro per idea di economia sociale di mercato, quindi snocciola un aneddoto datato 1994: "Quando sono stato designato Commissario europeo, dal governo italiano dell'epoca, presieduto dall'onorevole Silvio Berlusconi, mi sono presentato alla Commissione come persona non iscritta ad alcun partito: tutti li ho frequentati e li dovevo frequentare, ma avevo una particolare consuetudine di frequentazione e affinità con il gruppo Ppe. Tanto che - riprende - qualche anno dopo mi veniva chiesto, molto in confidenza, dai predecessori di Daul - cioè Joseph, l'attuale capogruppo Ppe, vicepresidente del partito - un giudizio sulla richiesta di ammissione di Forza Italia al Ppe". "Dopo mille caveat relativi alla mia inesperienza e non afferenza politica - osserva con la consueta sobrietà - ricordavo come l'attività di governo e gli orientamenti di pensiero di quel partito, a mio giudizio, fossero coerenti con l'impianto ideale del Ppe. E appresi poi che questa ammissione, come tutti sappiamo, ebbe luogo". 

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