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Populismi anti-europei, Maroni risponde a Monti: "Il referendum sull'euro è democrazia"

Giulio Bucchi
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  "Non è populismo chiedere che il popolo dica la sua sull'euro e sull'Europa. E' democrazia, questa è la differenza". Al segretario della Lega Roberto Maroni non sono andate giù le frasi allarmistiche del premier Mario Monti su possibili "populismi anti-europei" da stroncare sul nascere, anche attraverso una riunione d'urgenza a Roma dei capi di stato e di governo dell'Unione europea. Monti anche domenica da Cernobbio ha ribadito di non temere i contrasti tra i governanti "ma l'odio tra i popoli", sottolineando ancora una volta il pericolo di spinte disgreganti. Messaggio chiaro anche a tutti quei partiti e movimenti (e la Lega in Italia è in prima fila) che chiedono a gran voce referendum per l'uscita dall'euro, buon ultimo l'ex ministro dell'Economia dei governi Berlusconi Giulio Tremonti, che a Cernobbio ha proposto: "Il vuoto che si avverte oggi nella Ue può essere colmato con la democrazia". E sempre a Cernobbio, intervenuto insieme agli altri leader politici al Workshop Ambrosetti, Maroni ha attaccato il premier: "Monti ha una concezione della democrazia un po' particolare. Noi chiediamo che i popoli dell'Europa si esprimano sull'euro e sul futuro dell'Europa. Pensiamo che debba esserci un'Europa diversa da quella che hanno in mente Monti e la Bce: un'Europa federale e democratica, un'Europa delle regioni non uno stato unico".   

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