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Renzi lascia la direzione del Pd

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Lucia Esposito
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Avrebbe dovuto parlare, il suo intervento era tra i più attesi dopo quello di Pier Luigi Bersani. Invece il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha lasciato la sede della direzione del Partito democratico dopo aver sentito l'intervento del segretario Bersani e  quello di Dario Franceschini. Un gesto che apre molti interrogativi. Il primo riguarda nello specifico il discorso di Bersani: il sindaco può essersene andato in segno di protesta contro le parole del segretario? O è una decisione che aveva già preso? Certo è che tutti gli occhi erano puntati su di lui, considerato l'uomo-chiave, la carta vincente su cui puntare su un futuro neanche troppo lontano. E perciò questo gesto non è certamente passato inosservato. Prospettiva Matteo -  Martedì sera a Ballarò il sindaco ha messo sotto accusa il Pd che, dopo le primarie, si è suduto. "Abbiamo sbagliato, ma non mi piacciono quelli che accoltellano alla schiena il giorno dopo. Quello che dovevo dire, a Pier Luigi l'ho detto in faccia. E prima, non dopo...". Renzi ha poi sottolineato che ad avere diritto alla prima mossa è Bersani e poi si è affidato a Napolitano: "Troverà, con saggezza, una soluzione". Renzi ha escluso un suo governo: "Dopo aver perso le primarie entro a Palazzo Chigi dalla porta secondaria?"

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