La tela americana

Matteo Salvini "venduto da Conte". Lega, un drammatico sospetto su premier e servizi segreti

Giulio Bucchi

Il "non detto" sul caso 007 che rischia di travolgere Giuseppe Conte è questo: c'è il sospetto, in ambienti Lega e non solo, che il premier abbia "utilizzato l'estate scorsa l'appoggio americano per isolare il suo vicepremier dell' epoca, Matteo Salvini, fino a poco prima titolare di un asse preferenziale con Donald Trump".   Leggi anche: Renzi e Conte, lo scambio (osceno) tra Iva e servizi segreti Sul Giornale vengono messi in fila i segnali di una estate caldissima, quella della crisi di governo. Il 10 luglio, dagli Usa, ecco spuntare l'audio di Gianluca Savoini dall'hotel Metropol di Mosca, prima botta a Salvini in odor di servizi segreti. Il 7 agosto Steve Bannon, ex consigliere strategico di Trump e nume tutelare dei sovranisti mondiali, prevede la fine imminente del governo Conte 1, con la crisi che esploderà da lì a poche ore. Il 27 agosto è Trump in persona a sbilanciarsi in favore del ribaltone e del Conte-bis. Tre tasselli che alimentano un mosaico inquietante: in pochi mesi, Conte ha fatto "terra bruciata intorno a Salvini". "In questa operazione - spiega il Giornale -, un ruolo decisivo lo avrebbero garantito i nostri 007, che hanno fornito agli americani l'aiuto che Conte aveva promesso loro, stavolta per indagare a difesa di Trump". Questo scenario spiegherebbe anche perché Salvini, sempre più all'angolo, abbia deciso di agire d'anticipo aprendo una crisi kamikaze. Una crisi al buio che lo ha mandato all'opposizione.