Appunto

Facci: Forza Caselli

Giulio Bucchi

Da noi, in Italia, se devi lodare un cosiddetto «avversario» devi sempre premettere che «tutto mi divide da tizio» e «ferme restando le differenti opinioni» e cazzate così. Siccome lo spazio è poco, ci limitiamo a dare ragione a Gian Carlo Caselli perché secondo noi ce l’ha. Prima, sul Fatto Quotidiano, ha scritto che bloccare la legge sul voto di scambio è stata una sciocchezza, perché «il rischio è di perdere un’occasione preziosa per fronteggiare meglio il laido mercato dei voti mafiosi»; Caselli ha pure ammesso il suo «non facile dissenso» da personaggi come «Cantone, Casson, Capacchione, Saviano, Ciotti e Travaglio». Poi, da procuratore capo di Torino,  ha ipotizzato il reato di terrorismo per i No Tav che il 10 luglio, nel cantiere di Chiomonte, hanno fatto un tiro al bersaglio contro le forze dell’ordine: a casa loro hanno trovato petardi, razzi, gas urticante e manuali per fabbricare molotov, ma a fare la differenza è soprattutto che avevano preso di mira non le strutture del cantiere, ma le persone che vi lavorano e che lo difendono. Caselli, così facendo, se n’è altamente fottuto anche dei 20 sindaci No Tav che seguitano a parlare di semplici «azioni di dissenso», e,  in particolare, è andato per la seconda volta di fila contro la linea editoriale del Fatto Quotidiano. C’è chi bada alle proprie opinioni e chi solamente a quelle dei lettori. Vedi titolo. di Filippo Facci