Appunto

Facci: i candidati

Giulio Bucchi

Certi falchi che adesso si oppongono alle primarie del Pdl (tra questi Raffaele Fitto e Mara Carfagna) un anno fa esaltavano le primarie come suprema meraviglia: e le esaltavano - ricordava Fabrizio Roncone sul Corriere di ieri - solo perché le aveva annunciate Berlusconi. Poi Berlusconi cambiò idea, e i falchi, allora come ora, si adeguarono. Non solo: quasi tutti i candidati, in pratica, si ritirarono a un solo cenno di Berlusconi, mentre chi non lo fece - tipo Crosetto o la Meloni - si mise automaticamente fuori dal partito. Ora, un anno dopo, il quadro è semplicemente lo stesso: e perché avrebbe dovuto cambiare? Da una parte c’è Berlusconi con la sua corte dei miracoli, l’inossidabile, l’irripetibile, l’insostituibile Berlusconi, uomo che tuttavia non è più sufficiente per vincere da solo (opinione personale) e che non può più giustificare l’inesistenza di un vero partito. Dall’altra c’è chi vuole le primarie e magari le sogna da tempo, ma, ora che si prospettano davvero, ecco che l’incubo si avvera: dopo vent’anni di non-partito (vent’anni a cacciare i pensanti, a non fare congressi né veri né finti, a fare casting sulla base del look e dell’accondiscendenza, a passare da Lucio Colletti a Mara Carfagna) e insomma: dopo vent’anni di non-partito, morale, ci si accorge che non si passa da partito carismatico a movimento popolare nell’arco di due mesi. E ci si accorge, dunque, che manca una cosa. Vedi titolo.  di Filippo Facci