Delitto di Avetrana

La lettera di Misseri a Sabrina: "Farei una strage"

Giulio Bucchi

Senza lavoro e stressato dai turisti e dai curiosi che visitano la sua casa ad Avetrana, Michele Misseri sbotta: "Qualche volta mi viene di fare una strage". E' un passaggio della lettera che lo zio di Sarah Scazzi scrive alla figlia Sabrina e alla moglie Cosima Serrano in carcere con l'accusa di aver ucciso la ragazzina di 15 anni il 26 agosto 2010. Nella missiva, presentata da Tgcom24 e datata domenica 29 aprile, Misseri ripete di "portare tre pesi troppo pesanti per lui". Poi lo sfogo: "Ci mancavano i turisti a rompermi i c... qualche volta mi viene di fare una strage". Gli sms di Sabrina - Altre parole, questa volta scritte dalla stessa Sabrina e risalenti al 27 settembre del 2010, trenta giorni dopo la scomparsa delle cugina Sarah e prima del ritrovamento del suo cadavere nel pozzo di Contrada Mosca, con il padre Michele autoaccusatosi e poi scagionato dagli inquirenti. La ragazza scrive alcuni sms all'amico Leonardo De Falco, tra le 13.32 e le 14.05. Frasi brevi, spezzate, buttate giù di getto. Quasi un flusso di coscienza i cui contorni non sono chiarissimi. Sabrina confessa di stare male, di essere depressa per quanto accaduto alla cugina. "Io non voglio più andare avanti vorrei tanto andare a letto a dormire e non svegliarmi più, odio la sofferenza sono realista per me non ha più senso, ogni cosa che faccio mi ricorda Sarah". E ancora: "Ho la rabbia, incominciando i gattini, poi il cane dopo 8 anni Sarah e per finire ora è morta la gatta preferita mia e di Sarah". Il contesto è quello di un periodo nero, sfortunato, culminato con la probabile disgrazia accaduta alla giovanissima cugina. Quindi l'ultimo sms, il più criptico: "Io non credo di riuscire a vivere bene con questo senso di colpa. Quel maledetto giorno, nessuno mi farà cambiare idea su sta cosa…". L'amico le chiede di cosa stia parlando, ma Sabrina non risponde.