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Aiutiamo le ragazze rovinate dal bombarolo

Eliana Giusto
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  Una mattina per caso ho sentito per lavoro il sottosegretario all'Istruzione, Elena Ugolini. Era appena tornata da Brindisi, dove era andata a trovare in ospedale le ragazze ferite nell'attentato del 19 maggio scorso alla scuola Morvillo-Falcone. Era commossa e anche sconvolta, perché non aveva compreso dalle prime cronache in che condizioni fossero Veronica, Vanessa, Sabrina, Selena e Azzurra. Cinque bellissime ragazze, fra le più belle della scuola. Splendide in quella allegria contagiosa che fra i 15 e i 20 anni rende speciali gli sguardi e i sorrisi. Belle come Melissa, per cui quel mattino di maggio fu l'ultimo.  La Ugolini era colpita e commossa dalle ragazze e dalle loro famiglie, perché quella allegria e quella voglia di vivere è rimasta. E spunta dalle bende che ancora coprono per alcune le piaghe del fuoco innestato da un folle mostro, che quel mattino le bruciò vive. Ci sentimmo tutti smarriti, pieni di orrore quel giorno. Tutti, e di più chi è stato ed è padre o madre. Abbiamo tremato e sperato che acciuffassero il colpevole, ed è accaduto. Poi la cronaca ha i suoi ritmi, all'orrore spesso segue nuovo orrore, si dimentica facilmente quel che è accaduto. Le cinque ragazze sono vive, è vero. Ma il loro corpo è martoriato, e ci vorranno anni, interventi delicati, e molti soldi per potere restituire quella bellezza donata da Dio e strappata da un mostro.  Ognuna di loro ha un calvario diverso da affrontare. Veronica Capodieci è ancora la più grave: ha bisogno di tempo ed operazioni, che non si possono fare a Pisa, dove ora è ricoverata. Qualcuno ha suggerito un trasferimento in un centro specializzato negli Stati Uniti, ma in questo momento non è possibile e la famiglia non ha le risorse economiche necessarie. Difficoltà analoghe stanno vivendo le famiglie per Vanessa, Azzurra, Selena e Sabrina. Le fiamme hanno bruciato fra il 40 e il 60% del loro corpo. Per qualcuna di loro il volto è segnato in modo brutale. Si può restituire quella bellezza rubata, ma ci vorranno anni di pazienza, di compagnia, di interventi chirurgici e anche di risorse economiche che quelle famiglie non hanno.  Non si può ascoltare una storia così e non pensare che quel mattino poteva essere davanti alla scuola tua figlia. Così quando ho sentito il racconto della Ugolini  e appreso dal vicesindaco di Brindisi, Paola Baldassarre, la situazione clinica delle ragazze e le tante difficoltà che dovranno affrontare, ne ho subito parlato a Maurizio Belpietro, e in entrambi è scattata la decisione: «Dobbiamo dare loro una mano».  Per questo Elisa Calessi è a Brindisi, per incontrare le ragazze e le loro famiglie e oggi vi racconta la storia di Azzurra. Siamo certi che quel grido che è venuto a noi, scoppierà anche nei vostri cuori. C'è bisogno di tutto per quelle ragazze. Ognuno può trovare l'aiuto che crede più utile. Perché le operazioni e le cure non diventino un ostacolo alle ragazze e alle loro famiglie, abbiamo aperto un conto corrente in nome di Melissa. Potrete versare quel che credete a «Editoriale Libero srl-Conto “MELISSA”- IBAN : IT 94 R 03069 09451 10000 0000 736». Grazie alla disponibilità del vicesindaco di Brindisi, abbiamo chiesto alle famiglie di costituire una Onlus in modo da potere rendicontare come è giusto ogni spesa che verrà dalla vostra generosità. Prendiamo questo impegno e siamo sicuri che grazie a voi il mostro di Brindisi non ce l'avrà fatta: la bellezza bruciata sarà restituita a Vanessa, Veronica, Azzurra, Selena e Sabrina. Ci contiamo.  di Franco Bechis      

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