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Rubati 100 milioni a 400 Comuni: in manette l'ad di Tributi Italia

La società riscuoteva le tasse per gli enti pubblici ma l'amministratore si teneva i soldi per auto, yacht e festini. Tredici indagati

Giulio Bucchi
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Cento milioni di euro rubati a 400 Comuni italiani: è il danno accertato dalla Guardia di Finanza di Genova da parte di Tributi Italia spa, società incaricata da centinaia di enti pubblici per la riscossione delle proprie entrate. Cinque persone sono finite in manette. L'azienda, una volta incassate le somme provenienti dalla riscossione tributaria, anzichè riversarle agli enti a cui spettavano, al netto dell'aggio di sua competenza, le tratteneva sui propri conti correnti, appropriandosene indebitamente. I fondi, poi, attraverso rapporti, privi di effettive ragioni economiche con altre società, riconducibili all'amministratore di fatto dell'impresa di riscossione Giuseppe Saggese, vero dominus e artefice di tutta l'operatività aziendale, venivano distratte a beneficio di quest'ultimo; operazioni con imprese collegate, spesso documentate come consulenze o piani di riorganizzazione aziendale ed operazioni societarie di natura straordinaria, come aumenti di capitale e costituzione di nuove società, risultate funzionali, anche queste, a distrarre ingenti somme. Il dominus della maxi frode non ha badato a spese, con prelievi giornalieri dai conti della società anche di 10.000 euro in denaro contante, autovetture di lusso, yacht ed aerei privati, soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica. Il caso era già noto a molti enti locali, che già nel 2009 avevano denunciato la società. Indagata per peculato e cancellata dall'albo dei riscossori, Tributi Italia Spa aveva fatto ricorso al Tar che l'aveva accolto, nel dicembre di tre anni fa, sospendendo la cancellazione. Un mese dopo, pronto dietrofront a seguito delle numerose proteste dei Comuni truffati.  Comuni a rischio fallimento - L'impresa di riscossione, a causa delle numerose denunce presentate nei suoi da parte di vari Comuni vittime delle sottrazioni e che gli avevano anche revocato le concessioni per l'esazione tributaria, è entrata in stato d'insolvenza, venendo conseguentemente dichiarata fallita dal Tribunale di Roma. Le attività d'indagine hanno consentito di comprovare, in modo certo, l'avvenuta appropriazione di fondi per un ammontare di circa 20  milioni di euro. Le persone indagate, in tutto 9, cioè quelli sottoposti alle misure cautelari, più altri 4 perseguiti "a piede libero", sono accusati, dall'autorità giudiziaria chiavarese, di peculato e reati fiscali. Molti dei circa 1.000 dipendenti di Tributi Italia spa sono stati licenziati, molti altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni comuni sono arrivati sull'orlo del dissesto finanziario.  

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