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Quarantatrè milioni per una bonifica che non c'è: indagato Bassolino

Inchiesta sulla più volte annunciata bonifica del litorale flegreo e dell'agro-aversano, che la Regione Campania, la cui giunta all'epoca era presieduta da Antonio Bassolino, affidò alla Jacorossi imprese spa

Nicoletta Orlandi Posti
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Assunzioni senza concorso pubblico, segretarie di partito che lavorano a Montecitorio continuando a essere pagate dalla Regione, e ancora governatori sospettati di loschi affari nella sanità regionale. Non c'è giorno che la cronaca giudiziaria non associ i nomi di illustri personaggi del centro sinistra a reati quali l'abuso di ufficio o lo spreco di denaro pubblico. Zaia Veronesi, segretaria storica di Pierluigi Bersani, era dipendente in regione Emilia Romagna fino al 2010, ma aveva ricevuto un incarico per tenere i rapporti con le istituzioni centrali e con il Parlamento: secondo l'ipotesi accusatoria non vi sarebbero prove delle prestazioni lavorative per la Regione da parte della donna per circa un anno e mezzo nel periodo compreso tra il 2008 e il 2009. L'ex sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino è stata indagata per 215   assunzioni senza pubblico concorso nella società in house del Comune "Napoli Sociale". Il Pm ha chiesto oggi 20 mesi di carcere per Vendola che sarebbe intervenuto, in qualità di presidente della Puglia, sulla dirigente della Asl premendo per la riapertura dei termini di un concorso a primario ospedaliero.  Ultima in ordine cronologico la notizia che anche l'ex governatore Antonio Bassolino è indagato per danni per le casse dello Stato per complessivi 43 milioni di euro. Tanto è costata ai cittadini la più volte annunciata bonifica del litorale flegreo e dell'agro-aversano, che la Regione Campania, la cui giunta all'epoca era presieduta da Antonio Bassolino, affidò alla Jacorossi imprese spa.  L'operazione "Nimby" - acronimo inglese a significare "non nel mio giardino" - ha portato alla luce un caso di spreco di denaro pubblico legato al contratto stipulato nel 2002 tra la società Jacorossi, Regione e il Commissariato di Governo per l'emergenza bonifiche e tutela delle acque della Regione Campania per la realizzazione del progetto "piano per la gestione degli interventi di bonifica e rinaturalizzazione dei siti inquinati del litorale domizio-flegreo e agro versano". Il vice procuratore generale della Corte dei Conti campana Pierpaolo Grasso ha potuto rilevare che l'affidamento dell'appalto era intervenuto non solo senza gara pubblica e in assenza della prevista certificazione Soa - necessaria a comprovare la capacità tecnica ed economica dell'impresa per l'esecuzione dell'appalto pubblico - ma anche senza tener conto dei pareri negativi espressi dai competenti uffici ministeriali e dall'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, per i quali il progetto presentato dalla Jacorossi risultava carente di informazioni necessarie. L'appalto del valore complessivo di oltre 117 milioni di euro per la progettazione e l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti del litorale domitio flegreo e dell'agro aversano attraverso l'impiego di 380 lavoratori socialmente utili fu comunque affidato a questa società. Inoltre Commissariato di Governo e Regione, committenti del contratto, secondo l'indagine della procura della Corte dei Conti regionale si erano assunti obblighi cui sapevano fin dall'inizio di non poter far fronte, sia per i tempi di esecuzione troppo stretti, sia per le proteste delle comunità locali all'apertura di nuovi siti. Il mancato rispetto degli obblighi contrattuali ha comportato conseguenze negative per i profili finanziari, costringendo il committente a sostenere costi non preventivati per lo smaltimento dei rifiuti presso impianti di imprese terze e a non utilizzare i lavoratori socialmente utili, ai quali, tuttavia, ha continuato a erogare retribuzioni. Diversi contenziosi sorti in sede civile tra Jacorossi Spa, il Commissariato alle Bonifiche e la Regione Campania si sono conclusi nel 2007 con la stipula di un accordo aggiuntivo-transattivo al contratto originario, nel quale, oltre a dover riconoscere, per le proprie inadempienze, la somma di 21,8 milioni di euro quale risarcimento dei danni subiti dalla Spa, è stato inspiegabilmente disposto un ulteriore affidamento alla stessa società dei servizi di asporto rifiuti e bonifica. Nel danno erariale quantificato, dalla procura contabile, circa 22 milioni di euro sono proprio il corrispettivo del risarcimento danni riconosciuto alla Jacorossi Spa, 17 milioni circa i maggiori costi sostenuti per lo smaltimento dei rifiuti presso terzi e circa 4 milioni di euro per quanto pagato dall'Inps a titolo di cassa integrazione ai 380 lsu nei periodi di fermo delle attività di bonifica. 

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