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Marzotto nei guai, evasi 65 milioni di euro

Il gruppo della moda non avrebbe pagato l'imposta su una plusvalenza di 200 milioni

Eliana Giusto
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La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo di beni immobili e partecipazioni societarie per un valore di oltre 65 milioni di euro nei confronti del gruppo della moda Marzotto. Il sequestro avviene nell'ambito di una inchiesta condotta dai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, in cui sono indagate tredici persone fra cui Vittorio, Matteo, Maria Rosaria, Cristiana e Margherita Marzotto, Andrea, Isabella e Rosanna Donà dalle Rose, Barth Zech, Pierre Cladmi, Ferdinando Businaro e l'imprenditore immobiliare Massimo Caputi. L'accusa nei loro confronti è quella di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e degli immobili, terreni e partecipazioni societarie a loro riconducibili. La holding in Lussemburgo - L'indagine della procura, in collaborazione con i funzionari dell'Agenzia delle Entrate, ha consentito di svelare in Italia la sede reale dell'amministrazione di una holding finanziaria che, si legge in una nota della Guardia di Finanza, sarebbe stata formalmente e consapevolmente costituita in Lussemburgo. Attraverso le indagini, sarebbero stati individuati i luoghi in cui venivano effettivamente assunte le decisioni e impartite le direttive sulla gestione della società di diritto lussemburghese da parte di soci che risultavano essere quasi tutti residenti in Italia.  L'evasione - La costituzione della holding in Lussemburgo avrebbe consentito alla casa della moda di dribblare il fisco. Gli accertamenti condotti dalle Fiamme gialle, hanno permesso di riqualificare la holding lussemburghese come soggetto fiscalmente residente in Italia, con conseguente emersione dell'obbligo di denuncia la fisco italiano di una plusvalenza da cessione di partecipazioni, realizzata nel 2007, per un valore di quasi 200 milioni di euro e per la quale è stata evasa una imposta di oltre 65 milioni di euro. 

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