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Il sindaco non paga la corrente, Napoli rischia di rimanere al buio

Dal 2010 il fornitore di energia elettrica non vede un euro. Il debito ora è di 40 milioni e la minaccia è di lasciare la città senza luce

Roberto Procaccini
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Napoli rischia di rimanere al buio: il comune non paga da tre anni il consorzio che alimenta di energia elettrica l'illuminazione pubblica cittadina. I fornitori vantano un credito complessivo di 40 milioni di euro e starebbero valutando il gesto estremo: lasciare il capoluogo campano senza luce. Per evitare la debacle il sindaco Luigi de Magistris deve trovare i 2,5 milioni di euro di anticipo promessi ai fornitori per poi discutere la ristrutturazione del debito. Il pagamento sarebbe dovuto arrivare entro settembre, ma ancora non è stato effettuato. La prospettiva, ora, è che Napoli senza corrente nel periodo natalizio. Il colosso della luce - Il consorzio Ati Citelum (di cui sono clienti diverse grandi città italiane) nel 2010 vince l'appalto per la fornitura di elettricità al comune di Napoli. Da quel giorno non è mai stato pagato. Alla guida di Palazzo San Giacomo si sono avvicendati due sindaci: la ulivista Rosa Russo Jervolino prima, e De Magistris oggi. Due giunte diverse che, però, si sono ritrovate nello stesso metodo: non pagare. "A noi ogni mese Napoli costa 1,6 milioni di euro - fanno sapere dagli ambienti del consorzio - oltre che 70 dipendenti, il comune non paga neanche la fornitura dei servizi indispensabili che, per legge, è obbligatoria". Dal comune - C'era un accordo tra Palazzo San Giacomo e Ati Citelum: pagare entro settembre 2 milioni di euro, pagare regolarmente le mensilità fino a dicembre, ristrutturare il debito nel 2013. Ma è stato disatteso dal comune di Napoli. Sulla questione parla l'assessore al Bilancio, Salvatore Palma: "Mi pare evidente, abbiamo un problema di cassa. Ma servono soldi, serve un piano di ristrutturazione del debito. Non a caso siamo andati a Roma in piazza Montecitorio". L'assessore fa riferimento alla seduta della giunta tenuta per protesta a Roma. Ma non è l'unica manifestazionedi questi giorni: c'è anche quella dei dipendenti partenopei della Ati Citelum, in protesta contro il comune.

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