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Cgia: piccole e medie imprese senza soldi, tredicesime a rischio

Senza prestiti dalle banche artigiani in crisi di liquidità: per superare il dicembre di tasse il 10% dei dipendenti potrebbe vedere la gratifica solo nel 2013

Giulio Bucchi
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Tredicesima a rischio per un italiano su dieci. A causa dell'effetto combinato crisi-tasse-stretta creditizia, le piccole e medie imprese potrebbero non avere i soldi sufficienti per pagare la tredicesima ai propri dipendenti. E' l'allarme lanciato da Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. "La stretta creditizia ha lasciato senza soldi le pmi e, tra il fitto numero di impegni finanziari e di scadenze fiscali previste per il mese di dicembre, sono a rischio i pagamenti delle tredicesime". La percentuale dei dipendenti cui l'azienda potrebbe pagare la tredicesima dilazionata sarebbe del 10%, stando anche "all'elevato numero di segnalazioni pervenute da molti piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà per la mancanza di liquidità", spiega Bortolussi.  Prima viene il Fisco - "Da sempre il mese di dicembre presenta un numero di scadenze fiscali e contributive molto onerose - continua il segretario della Cgia -. Detto ciò, è probabile, vista la scarsa liquidità a disposizione, che molti piccoli imprenditori decideranno di   onorare gli impegni con il fisco e di posticipare il pagamento della   tredicesima, mettendo in difficoltà, loro malgrado, le famiglie dei propri dipendenti". Le banche non prestano soldi - Il quadro generale, ricorda la Cgia, è molto pesante: "Dall'inizio di quest'anno la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese è stata di 26,7 miliardi di euro (pari al -2,7%), mentre  le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale sono aumentate di 8,7  miliardi di euro (pari al +10,9%)". "Se consideriamo che la produzione  industriale è scesa del 6,5% e gli ordinativi del 10,4%, appare evidente che - sottolinea l'Associazione Artigiani e piccole imprese - la situazione in capo alle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, sia peggiorata drammaticamente". "I più fortunati - conclude Bortolussi - sono riusciti ad avere un piccolo prestito bancario grazie al fatto che hanno il negozio o il capannone di proprietà. Diversamente, chi non è in grado di offrire nessuna garanzia non ha alcuna chance di ottenere un finanziamento e l'unica strada percorribile è quella di dilazionare le uscite".  

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