Doppio caso in Lombardia e Sicilia

Evade le tasse perchè l'Asl non pagaIl giudice assolve imprenditore

Matteo Legnani

  Una pubblica amministrazione che per anni non paga i propri fornitori non può pretendere di processarli se poi questi non sono in grado di sborsare immediatamente le tasse: due sentenze di altrettanti giudici di Milano assolvono dall'accusa di evasione fiscale un imprenditore e il responsabile di una famosa comunità per tossicodipendenti diventati evasori fiscali a causa dei ritardi nei versamenti dei fondi pubblici indispensabili alla vita delle loro attività. Lo scrive il Corriere della Sera in un articolo a firma di Giuseppe Guastella I due, però, dovranno comunque pagare (con sanzioni e interessi) le tasse: la legge non consente la compensazione tra dare e avere. La Sintea Plustek di Assago (Milano) produce e vende protesi vertebrali, destinate alle sale operatorie degli ospedali. Dal 2005 ha fornito prodotti per un milione e 700mila euro a tre Asl e ad un ospedale della Campania. Dopo aver sollecitato e intimato in ogni modo alle strutture sanitarie di pagare, l'azienda non è riuscita nemmeno ad ottenere un anticipo sui crediti dalle banche pagando generose commissioni. A causa delle fatture che aveva dovuto emettere anche senza incassare, nel 2008 la Sintea Plustek avrebbe dovuto comunque versare al fisco quasi 180mila euro di iva. E in cassa soldi non ce n'erano. Le procedure di riscossione dell'Agenzia delle entrate hanno dato il via nel 2012, come impone la legge, al recupero delle tasse con relative sanzioni e a un procedimento per evasione fiscale in cui la Procura di Milano ha chiesto l'emissione di un decreto penale di condanna a 6.840 euro di ammenda nei confronti di Paolo Guerra, legale rappresentante dell'azienda. Ma il giudice per le indagini preliminari Claudio Castelli lo ha assolto «perché il fatto non costituisce reato». L'altro caso è quello della Comunità Saman fu fondata nel 1981 a Lenzi (Trapani) da Maurizio Rostagno, ucciso 7 anni dopo in un agguato da assassini ancora ignoti. La sua attività no profit nell'assistenza e recupero dei tossicodipendenti ora si estende in varie regioni. I crediti vantati dalla Samman nei confronti di Asl o ministeri sono costantemente lievitati negli anni passando dai 752mila euro del 2006 ai due milioni e mezzo del 2009. Nel 2007 la cooperativa ha emesso fatture per 895mila euro a fronte delle quali avrebbe dovuto versare circa 85mila euro di iva nel 2008 quando, però, non li aveva e il debito dello Stato era salito a un milione e 750mila euro. Un omesso versamento delle ritenute che, anche in questo caso, ha dato il via obbligatoriamente ad un procedimento penale. Il giudice per le indagini preliminari Maria Grazia Domanico l'ha assolta perchè non pagare il fisco è stato un vero e proprio "caso di forza maggiore".