Confalonieri: "Google, Facebook e Amazon nuove forme di neocolonialismo"
Nel giorno in cui l'Istat rende pubblico che tra i consumatori la fiducia e l'ottimismo sono tornati ai livelli che non si vedevano dal 2010, con un balzo da 101,9 a 105,4 punti percentuali, Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset spa, definisce l'utile dell'azienda nel 2013 (+9 milioni) "fragile come l'andamento dell'economia italiana. Attenzione - ha proseguito il presidente - è fragile il nostro utile proprio come fragile è la ripresa italiana. La ripresa non c'è". Confalonieri, nel suo intervento durante l'assemblea della società a Cologno Monzese, ha infatti sottolineato come la ripresa economica "è un titolo da giornale, una speranza, un intervento a un convegno, ma la ripresa, quella strutturale che parte dai consumi delle famiglie, non c'è". Consumi scarsi - Il presidente del Biscione ha sottolineato infatti che “la ripresa, quella strutturale che parte dai consumi delle famiglie, non c'e”. “Sicuramente – ha osservato- tutti vogliamo la ripresa e andiamo a cercarne i segni un po' ovunque. Penso alla preparazione dell'Expo e al recente salone del mobile di Milano. Il clima è importante e noi del clima, grazie ai nostri clienti pubblicitari, abbiamo indicatori sensibili, e facciamo il nostro meglio, come editori, per enfatizzare i segnali positivi dell'economia”. Ma i dati non sono dei migliori, anzi “invitano alla prudenza. La pubblicità non ha ancora smesso di decrescere”. Anche se adesso, ha aggiunto, il mercato sembra avere “una lieve tendenza al più”. Contro i colossi del web - Il vero attacco di Confalonieri è contro gli operatori di internet e i colossi del web, contro Google, Facebook e Amazon che "generano ricavi e utili in Italia ma non pagano qui le tasse: a noi questa sembra una forma di neocolonialismo". Per loro il mercato italiano è "una ricca miniera da sfruttare" con occupazione "prossima a zero, sono aziende fantasma" che rastrellano centinaia di milioni di pubblicità, senza che "le autorità di regolazione possano avere l'esatta dimensione del fenomeno". Proprio per questo il presidente giudica positiva l'idea della web tax, cancellata da uno dei primi Consigli dei ministri del governo Renzi, per "colpire forme moderne ma non per questo meno odiose di evasione". Non è la prima volta che l'azienda attacca i big della web economy. Nel 2008 Mediaset aveva denunciato Google e Youtube per violazione del diritto d'autore in rete. Una causa questa ancora in corso, ma che tanto fa infuriare l'azienda proprio perchè nel frattempo Italia On Line ha subito una condanna per lo stesso argomento. Mediaset, investitori esteri e pay tv - Poi Confalonieri torna sui conti Mediaset, definendola "sana e vitale" e "sufficientemente attrezzata per cogliere ogni opportunità industriale nel mondo della distribuzione di contenuti digitali a pagamento". Esplicito in questo caso è il riferimento è al progetto di integrazione delle pay-tv in Italia e in Spagna tra Premium e Digital+ e sull'ipotesi futura dell'entrata in azienda di soci esteri. Infatti, Mediaset è in contatto con Al Jazeera e Canal Plus per una possibile partnership in Premium, mentre attende di sciogliere la questione riguardo all'azionariato nella spagnola Digital+ dove è in posizione di minoranza al pari con Telefonica. Poi ribadisce la solidità della società. "Con un anno di anticipo abbiamo portato a termine una manovra da 600 milioni" con la quale sono stati risparmiati "circa 350 milioni in più dei 250 inizialmente previsti". "Il vertice aziendale, e qui faccio un nome e un cognome, Pier Silvio Berlusconi, ha capito che bisognava agire in anticipo e con la massima durezza". Siamo sulla strada giusta - Infine conclude: "Abbiamo certamente davanti molta strada per tornare a qualcosa di simile ai livelli di fatturato e redditività tipici della nostra storia. Non basterà una gestione brillante dei conti per agganciare il ciclo positivo dell'economia, quando finalmente arriverà la ripresa. Ci vorranno idee, contenuti, aggressività".