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Dirigenti Rai e Mediaset e un noto manager tra i clienti del fotografo delle ragazzine

Furio Fusco è stato arrestato ieri con l'accusa di adescamento, prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico

Matteo Legnani
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C'era un giro di "insospettabili" disposti a pagare cifre elevatissime per vedere le ragazze nude o per compiere atti sessuali con loro, dietro il business fotografico di Furio Fusco, il fotografo arrestato ieri a Roma con le accuse di adescamento, prostituzione minorile e produzione di materiale pedopornografico. Da quello che emerge dalle testimonianze raccolte dal quotidiano "La Repubblica", Fusco avrebbe organizzato incontri a sfondo sessuale con personalità di alto livello, tra cui produttori cinematografici e dirigenti di primo piano di Rai e Mediaset. La notizia trova una prima conferma negli interrogatori tenuti dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pubblico ministero Cristiana Macchiusi, nel corso dei quali le minorenni avrebbero rilasciato alcune dichiarazioni significative. Proprio sul giro del fotografo, conosciutissimo nel mondo della moda e dello spettacolo, si concentra il lavoro degli inquirenti che non escludono, nei prossimi giorni, nuove iscrizioni sul registro degli indagati. L'8 giugno scorso Fusco ha fatto incontrare una ragazza (in questo caso maggiorenne) con un noto imprenditore romano, titolare di diverse attività e salito alla ribalta della cronaca negli anni scorsi per una relazione con una conosciutissima showgirl. Attualmente l'uomo non è indagato, ma l'episodio è significativo perché rivela il modus operandi del fotografo, quindi il suo ruolo di intermediario e procacciatore. Alla ragazza era inizialmente richiesto di andare a casa sua, truccarsi davanti a lui e nient'altro. In cambio di questo servizio il “cliente” ha pagato 500 euro, oltre a una parte altrettanto cospicua finita nelle tasche di Fusco. Quando il fotografo, intercettato dai Carabinieri della IV Sezione del Nucleo investigativo, chiede alla ragazza se ci fosse stato un rapporto sessuale, lei risponde: "…mmm…no, però me toccava".  Gli inquirenti - scrive ancora "La Repubblica" si concentreranno poi nei prossimi giorni sull'imponente archivio digitale e sulle relazioni intrattenute dall'uomo via internet. I tecnici della procura sono già all'opera ma il lavoro sarà molto lungo perché, oltre alla grande quantità di immagini, devono essere analizzati nei minimi dettagli tutti gli scambi di mail.  

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