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Castel Volturno, due migranti gambizzati durante una lite con gli italiani

Nicoletta Orlandi Posti
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Tensione a Castel Volturno (Caserta) per le proteste di un gruppo di migranti nigeriani che sono scesi in strada dopo il ferimento di due loro connazionali da parte di un italiano. I manifestanti hanno appiccato il fuoco a 4 autovetture ed un furgone. In uno dei mezzi è anche esplosa una bombola del gas. È stato inoltre danneggiato dalle fiamme il primo piano di una villetta a schiera nelle vicinanze della rivolta.  Intanto vanno avanti le indagini da parte degli inquirenti per capire le cause e la dinamica che hanno portato ieri allo scontro armato tra un gruppo di italiani e un gruppo di immigrati della Costa D'Avorio che provocato il ferimento di due uomini (30 e 37 anni) originari dalla Costa d'Avorio. Entrambi, colpiti agli arti inferiori da alcune pallottole, sono ricoverati, non in pericolo di vita, presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Le indagini - Ieri sera sono stati fermati due cittadini italiani, padre e figlio, proprietari di un istituto di vigilanza privata della zona. Secondo una prima ricostruzione ci sarebbe stata una lite tra i due italiani e i due ivoriani a causa di alcuni furti avvenuti nella zona. Da qui ne sarebbe scaturita una lite violenta e la sparatoria. Indagini in corso anche per identificare gli immigrati che dopo la sparatoria sono scesi in strada incendiando il primo piano di una villetta a schiera, cassonetti, quattro auto e un furgone. L'intervento di Alfano - Da parte sua "il governo contatterà la Prefettura di Caserta, i vertici delle forze dell'ordine e i sindaci di Castel Volturno e dei Comuni limitrofi per fare chiarezza su quanto avvenuto nella notte a Castel Volturno, dove un gruppo di immigrati ha inscenato una protesta a seguito del ferimento di due uomini". Lo ha detto il ministro Angelino Alfano, a Sorrento per la giornata conclusiva della Summer School. «Occorre far lavorare la magistratura per capire la dinamica dell'accaduto», ha detto Alfano spiegando che «come governo ci  attiveremo immediatamente. Chiamerò il prefetto, i vertici delle  forze dell'ordine e i sindaci per ragionare su come dare un aiuto, perchè quando c'è uno sbilanciamento enorme tra le presenze di immigrati e di cittadini italiani è chiaro che si possono creare  tensioni». L'Italia, ha concluso Alfano, «è un paese accogliente ma non può accogliere tutti». Il precedente - L'episodio di ieri ha un precedente a Castel Volturno nella strage cosiddetta di San Gennaro: una strage di Camorra causata da un gruppo scissionista del Clan dei Casalesi avvenuta la sera di giovedì 18 settembre 2008, che ha portato alla morte di Antonio Celiento (gestore di una sala giochi, sospettato di essere un informatore delle forze dell'ordine) e di sei immigrati africani, vittime innocenti della strage: Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams del Ghana, El Hadji Ababa e Samuel Kwako del Togo; Jeemes Alex della Liberia; che si trovavano presso la sartoria Ob Ob Exotic Fashions a Varcaturo, in due operazioni distinte da parte dello stesso gruppo di fuoco. Dagli accertamenti effettuati dagli inquirenti, successivamente alla strage, è emerso che nessuno degli immigrati (tutti giovanissimi, il più "anziano" aveva poco più di trent'anni) era coinvolto in attività di tipo criminale e che nessuno di loro era legato alla camorra locale né alla cosiddetta "mafia nigeriana", la quale, poco lontano da lì, all'ex hotel Zagarella, gestisce la piazza dello spaccio e il giro di prostituzione di ragazze africane per conto della potente camorra locale. Il massacro degli immigrati, attuato con modalità inedite, causò il giorno successivo una sommossa della comunità immigrata contro la criminalità organizzata e contro le autorità, chiedendo che gli assassini venissero assicurati alla giustizia, un episodio mai registrato prima di allora.

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