Berlusconi nel mirino

Ruby ter, i pm prorogano le indagini per altri sei mesi

Andrea Tempestini

Piegato, sconfitto, umiliato. Ma il pool di Milano, dopo l'assoluzione totale di Silvio Berlusconi nel secondo grado del processo Ruby, non si rassegna. Ilda Boccassini & Co. non mollano, e anzi rilanciano. C'entra ancora Ruby, c'entra ancora il Cavaliere. La procura meneghina, infatti, ha chiesto la proroga delle indagini a carico del leader di Forza Italia e dei difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo per l'ipotesi di corruzione in atti giudiziari, il cosiddetto Ruby-ter, il terzo filone processuale innescato dalla sentenza di primo grado nella quale l'ex premier fu condannato a sette anni. Oltre ai legali di Berlusconi, nel mirino delle toghe ci sono anche una trentina di testimoni segnalati dai giudici di primo grado. Per tutti l'ipotesi accusatoria è quella di falsa testimonianza nelle deposizioni in Tribunale del processo. La prima scadenza - La richiesta di proroga alle indagini è stata presentata proprio pochi giorni prima dello scorso venerdì, il giorno del verdetto di secondo grado che ha cancellato i sette anni inflitti a Berlusconi: la tempistica, comunque, è casuale. Infatti proprio in quei giorni stavano scadendo i primi sei mesi di indagine. Il fascicolo - di cui sono titolari il capo del pool reati sessuali Piero Forno e il suo pm Luca Gaglio, resta indipendente dalla sentenza di venerdì, anche se deve accertare se l'imputato, ora assolto dall'accusa di concussione e prostituzione minorile, all'epoca delle udienze avesse corrotto le testimoni affinché non dicessero la verità sulle serate di Arcore. La procura di Milano, insomma, nel nome di Ruby non molla, e dopo la vittoria di Berlusconi comincia ad orchestrare l'attacco da un altro fronte.