Il piano scuola del governo: 150mila precari assunti con decreto
Avanti c'è posto. E' questo il punto fondamentale del decreto "Buona scuola", che prevede l'assunzione di centocinquantamila precari in un solo anno scolastico, il prossimo. Il documento stamattina verrà messo online sul sito passodopopasso.italia.it e il decreto dovrà essere presentato al massimo al entro gennaio, dopo la consultazione di due mesi che partirà dal 15 settembre e si concluderà a metà novembre. Il ruolo del Parlamento è dunque ridotto al minimo, vista la scelta del decreto legge che dovrà essere convertito a tappe forzate per poter essere pronti entro luglio per gli adempimenti amministrativi e per far partire la nuova scuola dal prossimo anno scolastico 2015-2016. Un disegno di legge avrebbe consentito una discussione più distesa nelle commissioni competenti ma così si rischiava di sforare i tempi. Minimo sarà anche il ruolo dei sindacati perché non è previsto alcun passaggio per un prossimo contratto di categoria. Il primo snodo sarà contenuto nella legge di Stabilità che dovrà prevedere il finanziamento del piano straordinario di assunzioni a decorrere dall'anno scolastico 2015-16 di tutti i precari storici iscritti nelle graduatorie a esaurimento aggiornate a luglio 2014 e dei vincitori e idonei dell'ultimo concorso bandito nel 2012. Gli altri punti del decreto: ci saranno scatti stipendiali in base al merito degli insegnanti. Nello specifico, ogni tre anni 2 docenti su 3 riceveranno un aumento di 60 euro netti se avranno dimostrato di collaborare fattivamente con la struttura scolastica di appartenenza. Dodici i capitoli del dossier che secondo il presidente del Consiglio "disegneranno la scuola che verrà" e verranno proposti come "patto educativo" con le famiglie "che oggi vedono la scuola come luogo di preoccupazione": mai più precari, dal 2016 solo concorsi, basta supplenze, la scuola fa carriera, la scuola si aggiorna, scuola di vetro, sblocca scuola, scuola digitale, cultura in corpore sano, le nuove alfabetizzazioni, fondata sul lavoro, la scuola per tutti tutti per la scuola.