Guzzanti risponde a Caselli: "Perché non hai arrestato il generale Mori?"
Dopo le polemiche sorte riguardo al film La Trattativa, presentato la scorsa settimana a Venezia, Sabina Guzzanti risponde all'ex procuratore Giancarlo Caselli che, in una lettera pubblicata domenica sul Il Fatto Quotidiano, aveva attaccato la regista, lamentandosi della rappresentazione data della sua figura e del suo ruolo di procuratore di Palermo all'interno della pellicola. Nella replica inviata (e pubblicata oggi) al direttore del Il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, Sabina Guzzanti precisa: «Se ho realizzato questo film è anche grazie all'esempio di figure come quella del dottor Caselli, che in questi anni hanno sempre esortato i cittadini alla partecipazione per sconfiggere il muro di omertà e indifferenza. Sarebbe un vero peccato se quest'occasione non venisse raccolta e venisse anzi osteggiata da chi ha da sempre sposato queste battaglie solo perché insoddisfatto del modo in cui viene rappresentato». Ma nella nota inviata al Fatto quotidiano, Sabina Guzzanti fa riferimento anche a una delle vicende più oscure della coseddetta trattativa, vale a dire la mancata perquisizione del covo di Totò Riina. Rispetto a tale episodio la regista chiama direttamente in causa l'ex procuratore: «Come mai - chiede la Guzzanti - una volta appurato che il Ros non ha rispettato le direttive della procura provocando quella che il dottor Scarpinato nel film definisce 'una delle più gravi perdite del patrimonio investigativo degli ultimi annì, la procura di Palermo, che lui guidava, ha aspettato tanti anni prima di aprire un'inchiesta contro Mori, tanto che il processo è iniziato nel 2003, dieci anni dopo l'accaduto?».