Ancona, la nigeriana non ha l'ebola ma la malaria
Non è ebola, ma malaria. I medici degli Ospedali Riuniti di Torrette di Ancona dove è ricoverata la donna 42enne di origine nigeriana e residente da molto tempo nelle Marche con un sospetto caso di ebola hanno effettuato una diagnosi di malaria «che spiega il quadro clinico e consente di cominciare subito il trattamento specifico», come riferisce Marcello Tavio, primario della Divisione malattie infettive. «La presenza di malaria - spiega Tavio - riduce enormemente le probabilità di ebola e che le infezioni siano concomitanti. La possibilità che siano compresenti è teorica, ma per escludere con certezza la presenza del virus ebola bisogna attendere l'esito delle analisi da Roma che arriveranno nelle prossime ore. Sicuramente per domani mattina avremo il chiarimento del caso, entro 24 ore dal ricovero. Il protocollo usato, elaborato a livello regionale, si è dimostrato efficace e siamo molto soddisfatti». E questa mattina è arrivata la conferma dall'Istituto Spallanzani di Roma che ha escluso ogni probabilità che la 42enne sia affetta da ebola. La donna aveva febbre alta, dolori muscolari, nausea e vomito e proveniva da un paese a rischio, la Nigeria. Per questo non appena si è presentata al pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche (Macerata), dove risiede da anni, è scattata l'allerta. Da lì è stata trasferita nella Divisione di malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona, identificata come punto unico di ricovero regionale in casi di questo genere.