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Napoli, autopsia sul corpo di Davide Bifolco: "Pallottola dall'alto al basso, colpo al petto e non alla schiena"

Giulio Bucchi
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Nessun colpo alle spalle, Davide Bifolco è stato ucciso con un colpo di pistola al petto. E' il risultato dell'autopsia sul corpo del 17enne di Napoli ucciso giovedì notte nel rione Traiano da un carabiniere. Ad eseguire l'esame è stato il professor Massimo Esposito, nell'Istituto di Medicina legale dell'Università Federico II presso il Secondo Policlinico. Eseguiti anche la Tac e un prelievo cutaneo, come richiesto dal legale della famiglia Bifolco, l'avvocato Fabio Anselmo. Il proiettile è entrato nel petto a poca distanza dalla spalla, nella "regione toracica anteriore sinistra ed è uscito tra la settima e l'ottava vertebra a destra". Altro punto importante risultato dall'autopsia è che il ragazzo sarebbe stato colpito "dall'alto verso il basso" con una "inclinazione molto forte". Due le ipotesi: o il 17enne era caduto in terra oppure il carabiniere era molto vicino al ragazzo.  Il legale di Bifolco: "Soddisfatto" - "Alle 12.30 ho assistito insieme con i consulenti all'esame esterno del cadavere - dice lo stesso Anselmo -. Sono sereno perché per la prima volta noto con soddisfazione che a differenza di altre situazioni vi è un totale accordo tra i consulenti: l'esame ha evidenziato il foro d'entrata del proiettile in petto ed il foro d'uscita alla schiena. Questo elemento ed il risultato della Tac di ieri sono punti di partenza molto solidi per le successive indagini. Ma ritengo assolutamente prematuro e completamente sbagliato trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi". Secondo Salvatore Pane, avvocato del carabiniere che ha sparato a Davide, "non ci sono elementi che smentiscano la ricostruzione data dal mio assistito". "E' l'ulteriore conferma che erano stare fatte speculazioni e che il colpo non è stato esploso mentre scappava, ma è partito in maniera accidentale". La versione dell'agente, dunque, non cambia: "E' inciampato sul marciapiede trascinato dal guidatore dello scooter". Sul motorino, nel frattempo, pare definitivamente smentita la presenza di Arturo Equabile, il latitante sulle cui tracce erano i carabinieri: "Io non c'ero, dirò tutto agli inquirenti", ha confermato lo stesso giovane in un'intervista al Fatto quotidiano.

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