Genova

Il sindaco Marco Doria contestato dagli alluvionati: "Vai a casa, bastardo"

Lucia Esposito

"Bastardo" e altri insulti da parte di alcuni cittadini hanno accolto il sindaco di Genova Marco Doria che questa mattina ha effettuato un sopralluogo nel centro di Genova  colpito dall'alluvione. Le contestazioni sono avvenute in particolare in via XX Settembre e al Mercato Orientale. La polizia era presente, gli agenti hanno bloccato un giovane infuriato prima che si avvicinasse al sindaco, che è poi tornato al "Matitone", sede del centro operativo della protezione civile comunale. Sono stati centinaia i genovesi, soprattutto ragazzi, ad armarsi di pala e stivali di gomma e liberare le strade ancora invase dal fango e dalla melma. "Non abbiamo visto nessuno, abbiamo fatto tutto da soli", è il triste ritornello ripetuto da molti negozianti e semplici cittadini, alle prese con locali allagati e case in molti casi inagibili. Doria contestato dai genovesi: "Vattene" / Guarda le foto Tasi, Imu e Tari sospese - Ai giornalisti di Rainews che gli chiedevano conto della richiesta di dimissioni avanzata da molti genovesi infuriati, Doria ha replicato: "Posso anche pensarci, ma per farlo dovrei essere sicuro che si risolverebbero tutti i problemi di questa città...". Intanto, per placare le proteste, il Comune ha annunciato che sospenderà i termini per il pagamento di Tasi, Imu e Tari. Doria ha spiegato che la sospensione del pagamento delle imposte riguarderà "tutti coloro che certificheranno di essere stati danneggiati dall'alluvione. Chiedo che anche lo Stato avvi le procedure necessarie per evitare che chi ha riportato danni ingenti sia chiamato a pagare tasse che non è in grado oggi di pagare". Renzi: "Sbloccheremo due miliardi" - Intanto, su Facebook, ha speso finalmente qualche parola sull'emergenza ligure anche il premier Matteo Renzi. "Se vogliamo essere seri, se vogliamo evitare le passerelle e le sfilate da campagna elettorale, l'unica soluzione è spendere nei prossimi mesi i due miliardi non spesi per i ritardi burocratici. E cambiare finalmente le cose: portare a termine le riforme che noi abbiamo proposto e contro cui altri stanno facendo ostruzionismo in Parlamento". Quindi l'annuncio, l'ennesimo: "Per Genova spenderemo 2 miliardi bloccati dai ritardi della burocrazia", salvo poi incassare una precisazione dallo staff di Palazzo Chigi: quei soldi "riguarderanno tutta l'Italia", non solo Genova.