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Gallipoli, scafisti camuffati tra i 796 migranti per evitare l'arresto

Nicoletta Orlandi Posti
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Un pool di investigatori composto da carabinieri, Guardia di finanza, Polizia e Capitaneria di porto, sta indagando sullo sbarco dei 796 migranti, in prevalenza siriani, avvenuto ieri a Gallipoli (Le). Le indagini si svolgono sotto il coordinamento del sostituto procuratore di turno della Procura di Lecce, Antonio Negro, che ha aperto un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Diverse persone sono state sentite nelle scorse ore, alcune di queste sospettate di fare parte dell'equipaggio del cargo Blue Sky M, composto da 12 membri. Gli scafisti si sarebbero confusi con i migranti per cercare di sfuggire all'arresto. Costi altissimi per migrare - Sotto sequestro sono state poste carte nautiche, Gps ed altro materiale ritenuto utile alle indagini che puntano a ricostruire anche la rotta della nave sin dal porto di partenza che dovrebbe essere quello turco di Mersin da dove il mercantile sarebbe partito due o tre giorni prima dell'approdo a Gallipoli. I migranti, per potersi imbarcare, avrebbero pagato cifre tra i 5mila ed i 7mila dollari all'organizzazione che si è occupata di predisporre il viaggio. Se ciò dovesse essere accertato e provato, i responsabili dovrebbero rispondere oltre che di favoreggiamento, anche di sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Tra i migranti c'è anche un gruppo di iracheni, ma la maggior parte di loro provengono dalle zone di Damasco ed Homs, in Siria, devastate dalla guerra.

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