Stop alla proroga. Da oggi libertà di sfrattare
Dopo decenni di blocco - e 31 proroghe - si potrà (forse) sfrattare. Il decreto “Milleproroghe”, pubblicato in Gazzetta Uffciale, non prevede la proroga del blocco degli sfratti per il 2015. Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, spiega che il provvedimento non è stato prorogato perché il governo ha scelto «un'altra soluzione al problema. Sono stati costituiti due fondi: uno da 200 milioni di euro per gli affitti e, un secondo da 226 milioni per la morosità incolpevole. Sono stati poi stanziati 400 milioni per la ristrutturazione degli alloggi nelle case popolari. Questa», spiega il ministero guidato da Maurizio Lupi (Nuovo centrodestra, Ncd), «è la strada per risolvere il problema dell'emergenza abitativa». Immediata la prudente soddisfazione dell'associazione di categoria dei proprietari di immobili, Confedilizia: «Il governo evita il 31/o blocco degli sfratti: ha rotto la rituale liturgia», fa di conto lo storico presidente della confederazione, Corrado Sforza Fogliani, «sarebbe stato il 31/o, in ragione di più di uno all'anno dall'infausta legge dell'equo canone, che non risolse alcun problema ma nel contempo ne creò tanti. Confidiamo che il governo, contro ogni suggestione, terrà ferma la decisione in sede di esame del decreto Milleproroghe, dove potrebbe riaffacciarsi qualche posizione di pericolosa demagogia». Alle «suggestioni», e la «pericolosa demagogia», a cui fa riferimento Sforza Fogliani, si concretizzano nelle richieste in extremis (del 30 dicembre) del Sunia e dell'Unione inquilini, che giusto martedì scorso avevano chiesto al governo di «inserire la proroga nel testo del decreto prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale», aveva scritto l'Unione degli inquilini in una lettera aperta al premier Matteo Renzi. E proprio l'Unione aveva spiegato che l'eventuale «proroga» avrebbe riguardato «una singola fattispecie di sfratti, quelli per finita locazione e interessava esclusivamente un numero limitato di famiglie». Non i morosi. Una proroga che riguarderebbe quindi solo «i nuclei con redditi complessivi lordi inferiori a 29 mila euro e contemporanea presenza di anziani, minori, portatori di handicap gravi, malati terminali». Vista la tipologia degli sfrattati è altamente probabile che in Parlamento (in sede di conversione del decreto) si scateni l'assalto, per la proroga. Tanto più che, stando ai conti di Aldo Rossi, segretario nazionale del Sunia, uno dei sindacati inquilini, già «nei prossimi giorni circa 30mila famiglie» rischieranno lo sfratto. Quanto ai fondi stanziati il Sunia solleva molte perplessità: «Sono passati circa 8 anni dall'emanazione della Legge 9/2007 che prevedeva la prima proroga per queste categorie (deboli, ndr) e stanziava fondi per rispondere al problema. Quei fondi sono ancora in larga misura non spesi o destinati a rispondere alla domanda di acquisto anziché all'affitto a canoni sostenibili da queste famiglie. Nel frattempo», prosegue il Sunia, «la situazione si è ulteriormente aggravata, si è aggiunta l'esplosione degli sfratti per morosità accentuata sicuramente dalla crisi ma frutto dell'assenza totale di una strategia per affrontare il disagio abitativo. Solo nell'ultimo anno il ministero (delle Infrastrutture, ndr), ha perso oltre 8 mesi di tempo per trovare i fondi stanziati dalla Decreto Legge 47 del 2014 inserendoli nella Legge di stabilità con una imbarazzante rateizzazione fino al 2024!». di Antonio Castro