Gruppo libico attacca la Guardia Costiera. Migrante dato in pasto agli squali
Spari in mare. Un gruppo di libici avrebbe attaccato la Guardia Costiera italiana che stava soccorrendo un barcone di migranti su "Asso 21", un rimorchiatore. Il fatto risale al tardo pomeriggio di lunedì 12 aprile, in particolare, il rimorchiatore stava concludendo il trasbordo di un numero imprecisato di migranti, quando si è avvicinata una motovedetta con lampeggiante e personale in uniforme che ha iniziato a sparare in aria. Non è il primo episodio di questo tipo, ne sono avvenuti altri nelle scorse settimane da parte di un gruppo libico che da tempo si è impossessato di un mezzo della guardia costiera libica. Al momento la Guardia Costiera non ha confermato le notizie trapelate dalla stampa. Orrore in mare - Un'altra storia da brivido ci arriva dai migranti arrivati lunedì 13 a Pozzallo dal Nordafrica. Si tratta di un uomo, morto sul barcone durante la traverasata per aver esalato vapori del carburante. Il barcone in quel momento si trovava circondato da un branco di squali da qui l'idea di gettare il suo cadavere in mare dai quali è stato dilaniato per allontanarli. La polizia ha fermato lo scafista Aboubakarma Banghoura, di 19 anni, al quale si contesta l'associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, ma anche la morte del migrante e l'abbandono di cadavere. Non ha voluto collaborare dichiarandosi innocente. Continuano i morti - Save The Children ha raccolto informazioni riguardo un barcone partito dalla Libia. Dopo sole 24 ore dalla partenza è avvenuto il naufragio. Sono circa 400 i morti e tra loro molti giovani, probabilmente minori. Lo hanno affermato i superstiti arrivati a Reggio Calabria con la nave Orione. E' stato superato, inoltre il numero di profughi arrivati in Italia lo scorso anno. Un anno fa erano 20.705 oggi sono 21.122.