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L'avvocato Piero Longo: "Mai visto la Cassazione demolire così un verdetto"

Lucia Esposito
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L'avvocato Piero Longo aveva già chiaro che qualcosa, nel giudizio della sezione feriale del Palazzaccio, non tornava.  Lei, Ghedini e Coppi criticaste duramente la sentenza di condanna «È vero. Erano molte le cose che non convincevano riguardo la prima sentenza». Ad esempio cosa? «Una su tutte: l'affidamento del processo alla sezione feriale e non alla sezione competente, che era la terza, quella per i reati tributari». Perché il processo finì nelle mani del giudice Esposito?  «Non saprei, forse dovremmo chiamarla coincidenza...». È una «coincidenza» anche la sentenza del maggio 2014, firmata dallo stesso giudice relatore Amedeo Franco? «In tanti anni di professione ne ho lette di sentenze, ma come questa mai». Cos'ha di speciale? «La formulazione. Sa, quando la Cassazione decide di accogliere un'interpretazione difforme dalla giurisprudenza (e non è raro che accada), si limita a definire il precedente con “non convincente”. Ci siano andati pesanti? «Testuale: “Tesi che non può essere qui condivisa e confermata, perché contraria alla assolutamente costante e pacifica giurisprudenza di questa Corte”... Ebbene, io francamente una formula così non l'avevo mai letta». Berlusconi era un imputato “speciale”? «Alcune frange minoritarie della magistratura non hanno mai superato l'avversione verso Berlusconi». Questa vicenda avrà conseguenze sulla valutazione di Strasburgo? «Sì, anche se indirettamente. La Corte europea dei diritti dell'uomo fa storia a sé, è composta da toghe che vengono da tradizioni giuridiche diverse e ha una sua giurisprudenza che si va formando. La vicenda della Cassazione sarà segnalata a Strasburgo come testimonianza del clima che si vive in Italia. E comunque, data la notorietà del personaggio di cui parliamo, credo che la eco di questa storia sia già arrivata...». Salvatore Dama

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