Verso le Regionali

Imprensentabili, Bindi fa il test anticamorra ai candidati di Renzi

Nicoletta Orlandi Posti

Dal punto di vista della legge Severino sono tutti in regola, dal punto di vista etico e morale vengono definiti "impresentabili": sono spuntati, provocando tanto scandalo e sdegno, nelle liste che sostengono la candidatura di Vincenzo De Luca in Campania. Farli ritirare dalla corsa è pressoché impossibile e allora Rosy Bindi, in qualità di presidente dell'Antimafia, ha deciso di passare al setaccio i loro curricula e preparare un dossier prima del 31 maggio da fornire agli elettori: una sorta di un vademecum che consentirebbe di tracciare una linea netta tra i candidati puliti e gli altri, i cui nomi non andrebbero scritti sulla scheda. Il punto, per Bindi, spiega Monica Guerzoni sul Corsera, è l'opportunità politica di infilare, nelle liste civiche che appoggiano l'aspirante presidente, persone che non sono affatto al di sopra di ogni sospetto. E che magari, pur senza essere direttamente coinvolte in affari criminosi, hanno legami con famiglie della malavita. Non vanno votati - "L'etica della politica non è misurabile solo con gli atti giudiziari", sostiene la dem a capo dell'Antimafia. "Il garantismo", ha spiegato ieri al Senato, "è un grande valore, ma la politica deve essere molto più rigorosa e darsi un codice di comportamento più stringente, che non faccia riferimento agli atti giudiziari". Per la ex presidente del Pd, insomma, la politica deve arrivare prima della magistratura: "Se si dice che nelle liste ci sono impresentabili si deve anche dire ai cittadini che gli impresentabili non vanno votati".