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Mafia Capitale, il tariffario di Odevaine: un euro a migrante

Nicoletta Orlandi Posti
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Tangenti, stipendi e tariffari per la gestione dei migranti. Anche questo emerge dall'ordinanza del gip di Roma, Flavia Costantini che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare per la seconda tornata di 'Mafia Capitale' che ha portato in carcere 44 persone tra Lazio, Abruzzo e Sicilia. Ancora una volta sono le ntercettazioni a far chiarezza sul malaffare. "Altre cose in giro per l'Italia... possiamo pure quantificare, guarda... se me dai... cento persone facciamo un euro a persona... non lo so, per dire, hai capito? E... e basta, uno ragiona così dice va beh... ti metto 200 persone a Roma, 200 a Messina... 50 là... e... le quantifichiamo, poi...". Così si esprimeva Luca Odevaine, il capo di gabinetto dell'ex sindaco Walter Veltroni, parlando con un suo collaboratore nella sua stanza negli uffici della Fondazione Integrazione. La conversazione è riportata nel provvedimento cautelare. "Come 1 euro a persona, ci danno, calcolando che so' almeno un migliaio di persone, dovrebbero essere grosso modo un migliaio di persone, insomma so' mille euro al giorno quindi 30.000 euro al mese che entrano...". Lo stipendio - Luca Odevaine, in carcere già per la prima tornata dell'inchiesta di 'Mafia Capitalè, ha un ruolo di ponte tra la politica e il mondo degli affari. Ma non solo. Dall'inchiesta viene anche fuori che l'uomo riceveva uno 'stipendio' da "Cammisa, Ferrara, Menolascina e Parabita la promessa di una retribuzione di 10.000 euro mensili, aumentata a euro 20.000 mensili dopo l'aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile 2014", per favorire il gruppo La Cascina nella gestione dell'emergenza profughi. Lo si legge a pagina 202 dell'ordinanza del gip. A Odevaine viene contestata "la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio in violazione dei doveri d'imparzialità della pubblica amministrazione, consistenti, tra l'altro nell'orientare le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di creare le condizioni per l'assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo La Cascina; nel comunicare i contenuti delle riunioni e le posizioni espresse dai rappresentanti delle istituzioni nel tavolo di coordinamento nazionale; nell'effettuare pressioni finalizzate all'apertura di centri in luoghi graditi al gruppo La Cascina". "Nel predisporre i bandi delle gare suindicate in modo da garantire l'attribuzione al raggruppamento di imprese del quale faceva parte il gruppo La Cascina di un punteggio elevato; nel concordare con gli esponenti del gruppo La Cascina il contenuto dei bandi di gara; nel favorire l'aggiudicazione delle gare suindicate al raggruppamento di imprese del quale faceva parte il gruppo La Cascina". Secondo l'ordinanza avrebbe ricevuto tali somme "in parte, direttamente ovvero per il tramite di Bravo Stefano e di Bruera Marco, i quali unitamente a Addeo Gerardo e ad Addeo Tommaso curavano la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l'ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle società riferibili a Odevaine".

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