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Mozione di sfiducia al Cav

Ma Tonino e Dario sono divisi

Silvia Tironi
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L'opposizione non riesce a fare neppure un'unica opposizione. Il caso Mills e le riforme parlamentari sono i due temi sui qualil'opposizione scatena la propria offensiva nei confronti del presidentedel Consiglio, eppure non se cava un ragno dsl buco. Franceschini va da una parte, Di Pietro va dall'altra. E così ecco che questa mattina Tonino ha presentato (da solo) una mozione di sfiducianei confronti del governo Berlusconi, del quale chiede le dimissioni. L'annuncio della mozione di sfiducia è stato fatto dal leader dell'Italia dei valori a Verona durante una manifestazione elettorale.Ma l'appello a Pd e Udc affinchè sostengano l'iniziativa è caduto nel vuoto. Il partito di Franceschini,infatti, ha presentato a sua volta una mozione articolata in due parti: una riguarda la vicenda Mills per la quale si sollecita il premier arinunciare al lodo Alfano,  la seconda si concentra sulle riforme erilancia la bozza Violante che alla fine della scorsa legislatura fuvotata in modo bipartisan dai due schieramenti. Ma non si fa alcuna menzione alla richiesta di dimissioni del presidente del consiglio. Anche Franceschini, naturalmente,invita Idv e Udc ad “appoggiare la nostra iniziativa perché èindispensabile lavorare insieme piuttosto che gareggiare tra di noi perqualche voto in più”.  E alla fine Tonino accetta. Anche se a malincuore: “Siccomeun bicchiere d'acqua fresca con questo caldo non fa male, firmeremo lamozione del Pd”. E che il boccone da mandare giù sia amaro lo dimostrano le parole di Donadi e Belisario, capigruppo di Camera e Senato: “Sembra che il Pd non voglia contrastare davveroBerlusconi - affermano -.  Gli strateghi del Pd spieghino la differenzatra farsi bocciare una mozione inutile o una dal grande valorepolitico. Sembra che l'avversario del Pd non sia Berlusconi, ma l'Idv”.

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