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Raffaele Sollecito: "In carcere ho ricevuto avances da detenuti"

Matteo Legnani
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"Avances in carcere? Sì, ci sono state". Ospite della trasmissione "OpenSpace" su Italia 1 domenica sera, Raffaele Sollecito (assolto in via definitiva dall'accusa dell'omicidio di Meredith Kercher), parla di un aspetto fin qui inesplorato della lunga vicenda che lo ha visto per otto anni protagonista della cronaca nera italiana. "Ci sono angoli molto particolari del carcere, tipo le docce o la tromba delle scale, dove le guardie non ti seguono e le telecamere non ci sono. Quindì è lì che i detenuti che vogliono rivalersi di qualcosa e hanno interessi particolari per qualcuno, mettono in atto le violenze" ha raccontato alla giornalista Nadia Toffa. Sollecito, in carcere, era sicuramente un detenuto "vip", un volto televisivo, accusato oltretutto di un crimine terribile. "Parlavo di avances, attenzioni particolari, ossia quando c'era qualche detenuto che aveva mancanze 'affettive' abbastanza forti, indipendentemente dalla sua sessualità, tentava approcci. Ci hanno provato? Sì, anche quando non me lo aspettavo, qualche volta è successo. Questa cosa non mi ha fatto per niente piacere, ma ho dovuto realizzare anche questo in carcere".

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