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Cassazione, evadere le tasse si può. La sentenza anti-crisi: il caso

Giovanni Ruggiero
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Il bivio che spesso si pone davanti a un imprenditore che vede calare i profitti della propria azienda in periodo di crisi è se pagare le tasse fino all'ultimo centesimo, o evitare che i suoi dipendenti rimangano senza stipendio. C'è chi la chiama "evasione da sopravvivenza" e secondo una recente sentenza della Cassazione, non la prima sull'argomento, non è detto che questa debba essere perseguita come reato. La sentenza - La Terza sezione della Cassazione ha annullato con rinvio il provvedimento con cui la Corte d'appello di Venezia aveva condannato l'imprenditore Tiziano Dorio, colpevole di non aver versato allo Sato l'Iva per oltre un milione di euro. La storia - Dorio è titolare delle Acciaierie di Badia, nel Polesine, con 120 operai. Negli anni tra il 2006 e il 2007, la liquidità dell'azienda ha subito una drastica riduzione con la crisi che stava per entrare nel suo periodo peggiore. Così l'imprenditore aveva deciso di pagare gli stipendi ai suoi dipendenti, evitando di versare le tasse all'Erario. L'indagine della magistratura è stata inevitabile, seguita da un'assoluzione in primo grado e dalla condanna in Appello. Il caso - Ora il processo a carico dell'imprenditore si terrà in una nuova sezione della Corte d'appello di Venezia che dovrà tener conto della sentenza di Cassazione, secondo la quale: "La crisi di liquidità del debitore alla scadenza del termine fissato per il pagamento può essere rilevante per escludere la colpevolezza, se venga dimostrato che il soggetto tenuto al pagamento aveva adottato tutte le iniziative per provvedere alla corrensponsione del tributo".

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