L'inchiesta

Avellino, la suora confessa: abusi, torture e prostituzione nell'Istituto religioso dei frati dell'Immacolata

Federica Scano

Sottomissioni, violenze e presunti abusi sono stati rivelati da una suora che per dodici anni ha vissuto nell'Istituto religioso dei frati dell'Immacolata di Avellino. Il sito del Corriere della Sera riporta due documenti inediti che raccolgono tutte le testimonianze delle religiose che hanno affermato di essere state coinvolte in giri di prostituzione, abusi e denaro. Il rito - Era la notte del 31 maggio del 1993, come racconta una suora, quando le sorelle sono state portate in una cappella per giurare obbedienza e fedeltà a padre Stefano Manelli, il cofondatore dell'istituto. Una promessa effettuata con il rito della pungitura, simile a quello usato dalla 'ndrangheta. Le dita delle donne venivano bucate con un ago per far uscire più sangue possibile con cui le donne poi avrebbero dovuto scrivere una sorta di preghiera. Ma non finiva qui, perché molte di loro poi venivano marchiate con il fuoco o venivano costrette a portare un oggetto a forma di cuore al collo fatto di punte di ferro. Il tutto veniva tollerato poiché considerata una dimostrazione di fede nei confronti del Signore. Soldi e abusi - La stessa testimone racconta svela anche il giro di soldi e di prostituzione che quotidianamente animava l'istituto:"Ci mandavano da alcuni benefattori molto ricchi e ci chiedevano di essere accondiscendenti. Stavo male quando facevo direzione spirituale con padre Manelli perché facendolo sembrare un fatto naturale spingeva la mia mano verso le sue parti intime". La difesa - Intanto Padre Manelli fa sapere tramite le parole del suo avvocato che "desidera vivere in povertà secondo l'ispirazione tradizionale della chiesa, tutto il resto sono delle strumentalizzazioni e sono delle non verità. Per quanto concerne la truffa credo che il tribunale del riesame abbia già chiarito con il rigetto che non esiste né truffatore né truffato. Poi c'è un altro filone, quello dei dossier delle suore costrette a leccare i pavimenti. È ridicolo e triste. Noi abbiamo già presentato tre denunce per calunnia alla Procura della Repubblica di Avellino".