Tegola in testa

Ifil-Exor, condanna per Gabetti e Stevens

Ignazio Stagno

  Brutte notizie per Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens. Nel processo d’appello, per l’equity swap di Ifil-Exor, l’operazione finanziaria che nel settembre 2005 permise a Ifil di restare l’azionista di riferimento della Fiat, sono stati condannati a un anno e quattro mesi per aggiotaggio informativo. Ne escono indenni invece le due società, Ifil e Giovanni Agnelli Sapaz. Il reato commesso, in occasione all'operazione che consentì alle finanziarie degli Agnelli di mantenere il controllo della Fiat non scendendo sotto il 30 per cento delle azioni, impedì la diluizione che sarebbe scattata allo scadere del convertendo con le banche. "E' stata una «sentenza inimmaginabile. Non me lo aspettavo proprio", ha commentato Grande Stevens. Alle parti civili, che grazie alla Consob si erano costituite nella causa, non abdrà alcun risarcimento.  "Non so come il giudice abbia potuto ignorare la nostra posizione e con quale motivazione abbia rifiutato la nostra richiesta risarcitoria. Vedremo in cassazione", ha dichiarato l’avvocato Emanuela Di Lazzaro, legale della Consob.