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Il Csm bastona il pm del caso Ruby,"La Fiorillo ha parlato con la stampa"per lei scatta la "censura"

Il pm minorile che era di turno la notte del 27 maggio 2010, quando la marocchina fu identificata alla questura di Milano, viene sanzionata dai magistrati per aver raccontato tutto ai giornali

Ignazio Stagno
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Censura. E' questa la pena, morbida, che il Csm ha inflitto al pm minorile Anna Maria Fiorillo. Il magistrato era di turno la notte del 27 maggio quando alla questura di Milano fu fermata e identificata Ruby. La Fiorillo è stata condannata per aver violato il riserbo parlando con la stampa e raccontando tutto di quella vicenda. Il pm ha già annunciato che ricorrerà in Cassazione contro il Csm. "Sono entrata in questa vicenda come Forrest Gump", ha affermato la Fiorillo ai colleghi che dovevano giudicarla. Quando Ruby venne fermata e portata in questura Roberto Maroni, allora ministro dell'Interno, scese in campo in difesa della polizia milanese, rivendicando la correttezza dell'operato dei tre funzionari coinvolti nella vicenda. E la Fiorillo replicò bruscamente a Maroni, ribadendo ai microfoni delle televisioni di non avere mai autorizzato il rilascio di Ruby e di avere anzi disposto di trattenerla in attesa dell'affido a una comunità. Quelle parole pesarono come un macigno sulla vicenda. Tanto che il Csm ha aperto una procedura a suo carico perchè "la dottoressa ha violato gli obblighi di riservatezza sui suoi fascioli". Il sostituto procuratore generale Elisabetta Cesqui, che sosteneva l'accusa nel procedimento disciplinare, si è spinta ad affermare che "la verità sulla condotta del magistrato è stata stabilita ed è stata data piena ragione alla sua ricostruzione dei fatti". Parole che sembrano una prematura invasione di campo da parte del tribunale milanese che sta processando Berlusconi per il caso Ruby, e che la verità finora non l'ha trovata. (I.S.)

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