Casta continua

Crozza, Grillo, Colaninno, Tremonti, La Rosa: tutti in vacanza a scrocco, paga Valtur

Sebastiano Solano

Politici, gionalisti, personaggi dello sport e dello spettacolo: tutti in vacanza a scrocco, paga Valtur. Il settimanale Panorama, in edicola venerdì 28 giugno, rivela i nomi di vip e politici che hanno beatamente usufruito delle blandizie di Carmelo Patti, titolare della Valtur, posta sotto sequestro dalla Dia di Trapani, secondo cui Patti era in realtà il prestanome di Matteo Messina Denaro.  Il piddìno Colaninno  -  Qualche nome: Barbara Palombelli, coniugata Francesco Rutelli, che, come riporta Il Fatto, ha però già smentito qualsiasi addebito: "Ma quali vacanze gratis alla Valtur, anzi mia moglie gratis ci ha lavorato", ha dichiarato l'ex-leader della Margherita, riferendosi ai trascorsi da animatrice turistica della moglie. E ancora, Matteo Colaninno, responsabile economia del Pd, ospite con famiglia e amici in uno dei villaggi del noto tour operator italiano.  Grillo e Crozza - Dalla politica allo spettacolo, ecco Maurizio Crozza, celebre per i suoi implacabili monologhi a Ballarò con cui fa le pulci alla Casta, salvo poi approfittare di uno conto del 30% per due soggiorni . C'è poi Beppe Grillo, che oltre alla professione di comico (lo è ancora, seppur in politica) e i natali genovesi, condivide ora con Crozza anche gli sconti della Valtur: -70% dal prezzo di listino, per alcuni soggiorni tra il 2002 e il 2007, quando a dire il vero Grillo non era ancora 'sceso in politica'. E ancora Alberto Tomba, Francesco Totti e Ilary Blasi, a cui la vacanza, evidentemente, è stata offerta dalla Valtur soprattutto per i conseguenti ritorni in termini di immagine.  Tremonti e La Rosa - nfine, anche l'inflessibile ex-ministro dell'Economia Giulio Tremonti avrebbe ricevuto un trattamento di favore, così come la giornalista Anna La Rosa. In tutto questo, ovviamente, non c'è nulla di penalmente rilevante. E nemmeno di eticamente deprecabile, almeno per quanto riguarda i vip dello showbiz. Altro discorso è per i politici, che ricoprono incarichi pubblici, nonché per i giornalisti, la cui deontologia professionale suggerirebbe maggior cautela.