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Ius soli, la mappa: in Lombardia ci sarebbero 200mila "nuovi italiani"

Eliana Giusto
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Se passasse lo Ius soli le regioni cambierebbero in questo modo: in Lombardia ci sarebbero oltre duecentomila nuovi cittadini, in Veneto 98mila, 95mila tra emiliani e romagnoli, 80mila laziali. A seguire, nella classifica, si attesta il Piemonte, ultima in classifica la Valle d'Aosta con 1200 nuovi passaporti per i bambini figli di immigrati. La riforma, in questo momento, è ferma al Senato. La legge è stata modificata rispetto al testo originario, che non introduce uno ius soli puro: quindi diventa italiano chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno titolare del permesso di soggiorno di lungo periodo e dunque residente da almeno cinque anni e con reddito e alloggio rispondenti ai requisiti di legge (ius soli temperato), e diventa italiano anche il minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, solo se ha frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici (ius culturae). La Fondazione Leone Moressa ha studiato l'impatto della riforma. Risultato: "Sarebbero 800mila i potenziali beneficiari immediati (circa il 74% dei minori stranieri in Italia) e 58mila i nuovi potenziali beneficiari ogni anno". Tra i "nuovi italiani" sarebbe record di bambini con genitori romeni, albanesi o marocchini. A seguire i figli di cinesi, filippini, indiani, moldavi, ucraini, pachistani e tunisini. Quanto alla religione, sarebbero per lo più cristiani, cattolici e ortodossi, uno su tre musulmano.

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