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Lavoro, Giovannini: "Gli italiani sono incompetenti, poco occupabili"

Il ministro se la prende con i disoccupati: "Non costituiscono capitale umano su cui investire per il futuro. Non hanno competenze"

Ignazio Stagno
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Dopo "choosy", "scansafatiche" e "bamboccioni", ora gli italiani sono pure "incompetenti". Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, dopo sei mesi a palazzo Chigi centra subito l'obiettivo: farsi odiare da chi lavora e soprattutto da chi un lavoro non ce l'ha. Intervenendo a un convengo sul Senato sui 10 anni della legge Biagi, Giovannini afferma: "L'Italia esce con le ossa rotte dai dati dell'Ocse diffusi ieri: dati che ci mostrano come gli italiani siano poco 'occupabili', perché molti di loro non hanno le conoscenze minime per vivere nel mondo in cui viviamo e non costituiscono capitale umano su cui investire per il futuro". Affermazioni pesanti di per sé, ancora di più se a pronunciare è il ministro del Lavoro". Ma il ministro non fa marcia indietro: "Quelle cifre - ha aggiunto - ci mostrano quanto siamo indietro in termini di capitale umano e di occupabilità. La responsabilità di questa situazione - ha concluso - è di tutti". Il dato di ieri dell'organizzazione mostrava come l'Italia sia tra gli ultimi posti al mondo per le competenze fondamentali necessarie a muoversi nel mondo del lavoro e della vita sociale. Ma quei dati di certo non sono il passaporto per poter definire gli italiani come "incompetenti" e "inoccupabili". Insomma Giovannini si accoda subito alla buona tradizione di offese che sono piovute sugli italiani negli ultimi anni. Giovannini come la Fornero -  L'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero qualche mese prima di lasciare il suo incarico disse chiaramente: "Gli italiani costano tanto e lavorano poco". La bordata era arrivata subito dopo l'attacco ai giovani disoccupati che, sempre la Fornero, definì "choosy", ovvero "stizzinosi, con poco spirito di adattamento". Infine l'attacco di Giovannini è in linea con quello dell'ex ministro del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa che definì i giovani disoccupati come "bamboccioni". Mentre l'ex sottosegretario al Lavoro, Martone disse che "laurearsi dopo i 28 anni, è roba da sfigati".  Marcia indietro - Intanto dopo le polemiche il ministro prova a fare marcia indietro: "Non ho mai detto che gli italiani sono poco occupabili. Ho semplicemente sottolienato che i dati Ocse mostrano come molte persone abbiano bisogno di formazione per recuperare il gap che abbiamo nei confronti degli altri Paesi - ha spiegato -. Non mi riferivo ai giovani ne' agli italiani in complsesso - ha poi sostenuto -. Ho fatto presente che dobbiamo bisogno di investire molto di piu' in formazione e proprio ieri con il ministro Carrozza abbiamo dimostrato come questo governo stia investendo in questa direzione" con "oltre 500 milioni di euro per tirocini, borse di studio per il prossimo triennio"

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